La scorsa estate in casa Juve c'è stata una vera e propria caccia all'attaccante. Suarez sembrava in dirittura d'arrivo, ma una volta sfumata la trattativa i bianconeri hanno provato a virare su Edin Dzeko. Il bosniaco rappresentava l'identikit ideale per le idee tattiche di Andrea Pirlo: un attaccante di peso in grado di far salire la squadra, di fare gol e di giocare con i compagni. Anche in questo caso sembrava tutto fatto ma il mancato arrivo di Milik in giallorosso ha complicato tutto. Così la Juve non ci ha pensato due volte e ha richiamato a Torino Álvaro Morata. L'avventura dello spagnolo con i bianconeri era cominciata nella stagione 2014/2015, quella che culminò con la finale di Champions persa per 3-1 contro il Barcellona.
Il ragazzo proveniente da Madrid dimostrò, seppure molto giovane, di avere carattere. Solo per citarne alcune, memorabili le sue prestazioni in europa contro il Borussia Dortmund dove in coppia con Carlos Tevez fece faville e contro il Real Madrid in semifinale. Il gol di Morata contro i Blancos in quella che fino ad allora era stata la sua dimora calcistica, il Bernabeu, fu fondamentale per l'accesso dei bianconeri alla finale di Berlino. Suo anche il tap-in vincente del momentaneo 1-1 proprio nella finalissma contro Messi e compagni.
La prima avventura di Morata in bianconero, che durò complessivamente due stagioni prima che il Real Madrid esercitasse il diritto di recompra, si concluse con 27 reti in 93 presenze. Spesso decisivo entrando a partita in corso, Álvaro dimostrò da subito un certo feeling con il gol. Lo spagnolo inoltre non ha mai negato un legame indissolubile con la vecchia signora, spendendo parole d'amore anche una volta tornato alla nave madre Real Madrid. La sua partenza da Torino in effetti era apparsa come un arrivederci e non come un addio.
Il destino ha voluto che, quattro anni dopo, Morata tornasse alla Juventus con alle spalle tanti trofei conquistati tra i quali due Champions. In estate quando si apprese la notizia del suo ritorno in tanti erano scontenti o scoraggiati perché già sognavano Suarez con la maglia numero 9. Álvaro è rientrato in punta di piedi, conquistando la fiducia di Pirlo e dei compagni. Fino ad ora è uno dei pilastri di questa stagione, le sue statistiche parlano per lui: 10 gol segnati in 16 partite.
Il suo attaccamento alla maglia non passa inosservato ai tifosi e forse, in un anno di rivoluzione come questo in casa Juve, c'era proprio bisogno della classe di questo ragazzo che sta dimostrando di essere maturato tanto in questi anni lontano da Torino. Anche il suo modo di giocare è cambiato e oltre ai gol, El Ariete, è funzionale per le manovre d'attacco degli uomini di Pirlo. Il giocatore che sembra giovare maggiormente delle giocate e dei movimenti offensivi di Morata è Cristiano Ronaldo.
Bentornato a casa, Álvarito.
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