Era passata un po' sottotraccia la notizia riportata la settimana scorsa dalla Gazzetta dello Sport secondo cui Massimiliano Allegri avrebbe rifiutato la corte del Real Madrid. Non ci stavano i detrattori del tecnico livornese (la maggior parte juventini) che avevano velocemente derubricato la news a 'bufala' di mercato. D'altronde come poteva un perfetto incapace ignorato da tutte le maggiori società europee dire di no al Real? Semplice: non c'era stata nessuna offerta. Già, un incapace. Ecco come è visto Max Allegri da una fetta non proprio marginale di quelli che dovrebbero essere i suoi supporters. Un gestore freddo e cinico che mette in campo undici fuoriclasse deprimendone il talento e svilendone lo spirito guerriero. Un aziendalista che brucia i giovani virgulti schierando senatori imbolsiti senza più motivazioni. Un caudillo che litiga con tutti e fracassa lo spogliatoio sotto i tacchi del proprio ego.

Francamente ne ho abbastanza. Non starò qua a ricordare i quattro double consecutivi (campionato + Coppa Italia), impresa mai riuscita a nessuno, né che ad oggi è l'allenatore bianconero con la percentuale più alta di vittorie (70,91%), e neppure che le finali di Champions le ha perse da stra-sfavorito contro due corazzate invincibili, mentre il sig. Lippi ne perdeva tre da favorito. Sarebbe tempo sprecato. Io penso che alla base della decisione maturata da Allegri di rifiutare il Real Madrid ci sia un calcolo razionale, una promessa e un'ambizione al tempo stesso. Per quanto riguarda il primo è facile da comprendere: chi farebbe meglio di Zidane dopo tre (tre!) Champions di fila, per di più con una squadra che andrà rifondata? Max sa perfettamente che non c'è momento peggiore di questo per sedersi sulla panchina madrilena.

Riguardo alla promessa, pochi ricordano che presentandosi in conferenza stampa dopo l'addio di Conte disse testuali parole: "Io non sono uno che scappa". Una stilettata al suo predecessore? O piuttosto una rassicurazione fatta alla società? Sia quello che sia, è stato di parola. E per ultima, non ultima, l'ambizione. Sua e di milioni di tifosi juventini. Non occorre specificare di cosa stiamo parlando.