31 Maggio 2011, Conte e’ il nuovo allenatore della Juve. Dopo l’esperienza fallimentare dei settimi posti, Andrea Agnelli decide e porta alla Juve uno Juventino vero. Il sogno di Conte si avvera. Marotta il grande sconfitto, si era fidato dell’amico Del Neri, uno degli allenatori piu’ disastrosi sulla panchina bianconera. Il resto e’ storia. Tre scudetti consecutivi e la rinascita della Vecchia Signora.
Eppure non basta, Conte l’irrequieto non le manda dire, serve di piu’: ”non si puo’ mangiare con 10 euro in un ristorante da 100 euro”. Dopo il terzo, forse esaurito, inizia a vedere ombre ovunque e non vuole continuare. Gli chiedono di rimanere e fanno promesse…non mantenute.Conte si sente tradito e lascia. E’ il 15 di Luglio. Il secondo giorno dopo il ritiro. Molti Juventini non perdoneranno il salentino per quell’addio, alcuni chiedono la rimozione della stella. Agnelli torna alcune volte sulla questione Conte e lo definisce”permaloso”.
Il grande ex non risponde, ma macina bile.
E veniamo ai nostri giorni. Il ciclo di Allegri e’ finito, Paratici e Nedved spingono per il cambiamento. Il nome di Conte e’ sul tavolo. L'ex Chelsea non vede l’ora di tornare, allenare CR7 lo stimola, ha idee chiare sulla squadra. L’Inter si fa sotto, ma Lui aspetta, prende tempo, ci spera. Ma dalla cabina di comando arriva il NO, un NO grande come una casa. Quanto pesera’ quel NO?
La prima conseguenza e’ che si vira su Sarri, l’uomo sbagliato al posto sbagliato. Il tecnico toscano non piace al presidente e fin da subito fa di tutto per mettersi la squadra contro. “Come ho fatto a perdere due scudetti contro di voi?”. Una dichiarazione degna del miglior masochista. Mette fuori Can e Mandzukic (significativi i loro like alla notizia dell’esonero). La Juve si trascina nel post lockdown. L’agonia finisce con l’eliminazione dalla Champions. Il vaso e’ colmo. Sarri e’ out.
Sarebbe stato diverso con Conte? I dubbi nascono e crescono. Ex tecnico della nazionale raddrizza i nerazzurri. Con lui si lavora, si impara, si migliora. Zhang deglutisce gli sfoghi, Marotta dimentica i dolori. Le vittorie uniscono e Conte vince. A -1 in campionato e in finale di Europa League, una finale che mancava da tantissimo tempo.
Nel frattempo a Torino incaricano Pirlo per mancanza di alternative. Il fuoriclasse della panchina sarebbe tornato, anche quest’ anno. La storia si ripete, lui NO.
Caro presidente, vorrei poterle chiedere: perche’ rafforza gli eterni rivali, consegnandogli l’unico allenatore che poteva rimetterli in corsa? Perche’ non ha ritardato con una clausola l’approdo in quel di Milano di Marotta. Un moderno Richelieu, professionista nell’addolcire i contrasti delle diverse anime nerazzurre?
Tenere i nemici vicini e’ una tattica saggia, ma aiutarli mi sembra suicida. Dire NO a Conte per prendere Sarri, dire NO a Conte per prendere Pirlo. Forse il salentino non e’ l’unico ad essere permaloso…
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