Ad un passo dal baratro. Ad un passo dall'esclusione consecutiva per due edizioni dalla coppa più affascinante del mondo. La coppa del mondo. Se è la più importante, difficile a dirsi. Oggi c'è un dominio quasi assoluto dei campionati e delle competizioni di lega europee. I tempi di Holly e Benji non esistono più.  Anzi, molti non sanno neanche chi fossero. Si dovrà probabilmente e nella migliore delle ipotesi forse fare affidamento al calcolo matematico. Ma una Nazionale, campione d'Europa, si dirà, che non è riuscita a dominare pienamente un girone con squadre come l'Irlanda, Lituania, Bulgaria e Svizzera, merita di andare ai mondiali? La Svizzera di questi ultimi anni è la vera sorpresa delle Nazionali, l'abbiamo visto durante gli europei ad esempio. Però, l'Italia è l'Italia. Siamo tra i quattro campionati più importanti del mondo. Quello svizzero non è pervenuto. Certo, veniamo dalla catastrofe conseguente all'esclusione dei mondiali russi, ma la vittoria dell'Europeo è stata solo fumo negli occhi? Vinto, tra l'altro, ai rigori contro l'Inghilterra che se avesse portato a casa la coppa non avrebbe sicuramente rubato nulla. Oppure siamo ancora ideologicamente convinti che l'Italia sia l'Italia, superiore alle altre nazionali e diamo per scontate una serie di cose che scontate non lo sono affatto? Facciamo una fatica mostruosa a ritrovare giocatori di un certo livello, abbiamo nazionalizzato diversi stranieri, la corsa allo straniero e non aver investito a dovere nei vivai, ti porta anche a situazioni così. Ma incredibilmente si sta continuando a perseverare nella strada diabolica. Quella del come se non fosse accaduto nulla. Non basta il carattere, urlare a squarciagola le parole dell'inno nazionale, abbracciarsi, non basta lo spirito di gruppo, serve qualità, serve vincere, serve dominare.  Serve saper giocare a calcio. E l'Italia non ha mai dato la sensazione di sapere dominare le partite. Semplicemente perchè questa è la realtà. Siamo i campioni d'Europa. Vero. Verissimo. Ha vinto probabilmente l'edizione più pazza di sempre dell'Europeo, un qualcosa di irripetibile e sicuramente l'Italia di oggi non replicherebbe lo stesso risultato dell'Italia di ieri. Rispetto assoluto per chi si è reso artefice di una grande impresa, imprevista, che ha risollevato il morale ad un Paese afflitto da una pandemia catastrofica. Ma qui c'è in ballo storia, dignità e qualcosa di molto più importante dell'Europeo.
Siamo ad un passo dal baratro, e guardate che non partecipare per due volte consecutive ai mondiali sarà un qualcosa di pesantissimo per l'immagine del nostro calcio. La notte di Belfast risponderà a tanti interrogativi, forse, ma non potrà bastare, forse, quella notte per decidere se i prossimi mondiali che si giocheranno in un Paese che andrebbe boicottato a prescindere, il Qatar vedrà anche l'Italia tra le concorrenti. Ma un conto è non volerci andare per ragioni di principio, etiche, morali.
Sarebbe un qualcosa di clamoroso, un gesto di una importanza epocale, forse più che vincere un Mondiale, un conto è non andarci perchè non ti sei qualificato, e dunque, la domanda è molto semplice e banale.
Ma questi Mondiali, li meritiamo?