Oggi è il primo Maggio, è la festa dei lavoratori, oggi si celebrano tutte le lotte per i diritti dei lavoratori: una Giornata che ebbe origine, nella seconda metà dell’800, negli Stati Uniti ed è ormai osservata in mezzo globo. Anche se negli angoli del mondo dove ci sarebbe più bisogno che la si festeggiasse non viene neppure presa in considerazione; ma questa è un’altra storia, che magari un giorno racconteremo proprio in questo blog, dato che è una brutta storia che coinvolge pure bambini che cuciono palloni e non per giocarci loro stessi. 
Ma oggi voglio raccontare un’altra storia, una bella storia di calcio, perché forse non tutti sanno che era un primo Maggio quando la Francia disputò la sua prima partita; e non tutti sanno che, in fondo, da quella partita nacque il Governo mondiale del pallone, che tutti oggi conosciamo con l’acronimo FIFA. 

La Francia 
Quella Francia che in un secolo e mezzo di storia calcistica ci regalerà campioni come Just Louis Fontaine, Michel Platini, Zinedine Zidane e Kylian Mbappe, quella Francia che conquisterà due Coppe del mondo (1998 e 2018) e due coppe europee (1984 e 2000), quella Francia mosse i suoi primi passi, ufficiali, proprio quel giorno lì. 
Era il giorno della Festa dei Lavoratori, il primo Maggio del 1904, quando la nazionale transalpina disputò la sua prima, ufficiale partita internazionale. 
Prima di allora i francesi avevano partecipato alle Olimpiadi del 1900, portando semplicemente una compagine non ufficiale, che ebbe comunque un risultato soddisfacente, conquistando la medaglia d’argento. Avevano disputato altre cinque partite, sempre in maniera ufficiosa: una vittoria sonante, per 6-2, contro il Belgio, e quattro sconfitte contro l’Inghilterra (a quei tempi praticamente l’unica federazione, assieme alla Scozia, ad avere una rappresentativa nazionale di spessore). 
Poi, sempre nel 1904, alcune settimane dopo quella prima partita “vera”, finalmente l’ingresso nella neocostituita FIFA.

La partita si disputò in Belgio, a Bruxelles, e finì con un risultato roboante, un 3 a 3 altamente spettacolare. Era una domenica soleggiata, c’era nell’aria una leggerezza che non lasciava presagire i venti di guerra che, da lì a qualche anno, avrebbero sferzato l’Europa e il mondo intero. Il calcio era una giovane creatura, che muoveva i suoi primi passi su campi verdissimi, tra palloni in cuoio grezzo e divise che odoravano di primo Novecento.  
A proposito di vento e di sole, le cronache narrano che la Francia vinse il sorteggio e scelse di giocare con il sole e il vento alle spalle.
Lo stadio che ospitò la partita era il Vivier d'Oie di Uccle (municipio di Bruxelles), costruito appena due anni prima (tra il 1902 e il 1903, anno del suo completamento); contava 1000 posti a sedere ed era, per l’epoca, una struttura senza precedenti. Ospitava le partite del Royal Racing Club de Bruxelles, un ex club belga (vincitore di ben 6 titoli nazionali) in attività tra il 1894 e il 1963, anno in cui si fuse con la Royal White Star Brussels, anch’essa scomparsa dal mondo del calcio, nel 2018… ma questa è tutta un’altra storia.

Restiamo a quella partita, a quel calcio in “bianco e nero” che non può non solleticare lo spirito romantico di coloro che il calcio lo amano per davvero e vogliono conoscerne la storia, le origini, la genesi. 
L’arbitro è l’inglese John Keene, che fischia l’inizio del match alle ore 16:45.
La Francia si schiera con uno strano 2-3-5. Maurice Guichard è il portiere (e lo sarà solo per due partite: questa e quella - prima vittoria ufficiale dei galletti, per una rete a zero - del 12 Febbraio del 1905 contro la Svizzera).
I due difensori sono: Fernand Émile Canelle (capitano della squadra) e Joseph Louis Verlet. I terzini sono Georges Bilot e il fratello maggiore, Charles Bilot. Non sono terzini che spingono, piuttosto contrastano le ali avversarie (che ancora nessuno chiama così). In mezzo a loro due, a completare il centrocampo, c’è Jacques Davy (sarebbe stato presente a quella partita grazie a un qualche sorteggio tra alcuni atleti, ma su questo le fonti appaiono confusionarie). Infine, i cinque attaccanti: gli esterni sono Louis Mesnier (primo calciatore francese a segnare con la maglia della nazionale) e Adrien Filez; gli interni sono Marius Royet (non aveva ancora 16 anni, pare abbia falsificato la sua data di nascita per unirsi alla squadra francese) e Gaston Cypress (marcatore anche lui, quel giorno, ma detentore del record negativo di aver partecipato - Olimpiadi  1908 - alla più pesante sconfitta della Francia, 17-1 contro la Danimarca); e, al centro dell’attacco, il potente Georges Garnier (capitano nella già menzionata partita del 1905 contro gli elvetici).
Il manager della squadra è il giornalista Robert Guérin, il quale sarà il primo presidente della FIFA, che in un certo senso nacque proprio da quella partita … ma anche questa è un’altra storia, anzi no, in realtà questa è la stessa storia. 

La Francia gioca con la maglia bianca, circondata da due anelli USFSA (Union des sociétés françaises de sports athlétiques), federazione omnisportiva che cessò di esistere alla fine della prima guerra mondiale. I belgi giocano già da allora in rosso. 
Nell’ambito dei buoni rapporti diplomatici che corrono tra le cancellerie, francese e belga, fu il patron Évence Coppée che decise di organizzare la partita, istituendo un trofeo a cui diede il suo nome (pratica ancora oggi in voga, specie nei mesi di calcio estivo). 
Vanno subito in vantaggio i belgi (gol di Georges Quéritet), quindi i francesi ribaltano (gol di Mesnier e di Royet) e, dopo l’intervallo, i belgi ribaltano a loro volta (ancora Quéritet e 3-2 di Destrebecq); infine, il 3-3 definitivo, siglato da Cypres a 3 minuti dal triplice fischio. 
Non sono previsti i supplementari né i calci di rigore, perciò le squadre condividono il trofeo Evence-Coppée.

Un torneo amichevole ma di straordinaria importanza, per il fatto che si trattò della prima partita ufficiale tra due nazionali di due stati sovrani d'Europa. Di fatto quella fu la terza partita tra nazionali che si disputò nell'Europa continentale (dopo le due sfide tra Austria e Ungheria e Ungheria e Boemia), nonché il terzo match ufficiale tra squadre di due paesi indipendenti (dopo le partite tra Argentina e Uruguay del 1902 e 1903). 
Ma questa partita ha soprattutto avuto una importanza fondamentale per il calcio mondiale, diventando di fatto un'opportunità, per diversi dirigenti pionieri, di incontrarsi e ragionare sulla organizzazione da dare al calcio. Principalmente il francese Guérin e il belga Mullinghaus, a margine del match, discussero e avanzarono pubblicamente il progetto di creare una Federazione mondiale, riprendendo un’idea che era stata avanzata nel 1902 da Carl A. Wilhem Hirschmann, segretario nazionale della KNVB, la Federazione calcistica olandese. 
Non a caso, poche settimane dopo quella partita, si tenne a Parigi, al n. 229 di Rue Saint-Honoré, un incontro che rimase come il Congresso FIFAinaugurale. La Fédération Internationale de Football Association nasce, appunto, in Francia il 21 Maggio del 1904. Membri fondatori furono le associazioni nazionali di: Belgio, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera. Ma quello stesso giorno l’associazione di calcio tedesca comunicò la sua intenzione di unirsi alla neonata organizzazione. L’organizzazione si espanse pochi anni dopo oltre l’Europa con l’affiliazione del Sud Africa, nel 1909, dell’Argentina, nel 1912, di Canada e Cile, nel 1913, e degli Stati Uniti, nel 1914. 

Ma tutto, in fondo, nacque in quella partita del primo Maggio 1904, che segnò la storia, non solo del calcio mondiale, ma anche della nazionale francese. 
E questa è la stessa storia.