Questa non è la squadra di Spalletti, non è la squadra di Ausilio e Sabatini, e neanche degli interisti: è la squadra di Zhang Jindong No, che, appunto, ad ogni proposta di acquisto per potenziare la squadra risponde: No!

Non gli è piaciuto nemmeno Pastore al Sig. No, valutato troppo caro, a 28 anni, per una cifra di 25 milioni: ad oggi, ci compri mezzo Cristante con quei soldi. Al Sig No piacciono di più i bidoni pagati caro, vedi Gabigol, oppure i bidoni pagati già da Thoir: almeno, non li deve comprare lui!

Che dire ancora? Io spero che Spalletti, o chi per lui, riesca a risolvere questa crisi, altrimenti mi chiedo: con chi se la prenderà il Sig. No? Con se stesso? Se così fosse, si autoesonera?
Questa è più che mai la sua Inter, quella fatta vendendo e comprando il meno possibile. L'Inter che la coperta "è meglio un po' più corta, che più lunga". L'Inter che "se tutti corrono, arriveremo lontano", l'Inter che "I campioni non servono per vincere".

Bene, nel frattempo anche quest'anno il Suning ha brillantemente sfiorato la retrocessione in Cina, nonostante, o forse grazie ai servigi di Fabio Capello, che ha salvato la squadra cinese del Sig. No da peggior destino.
Io credo che il Sig. No non ne capisca molto di calcio. Saprà anche come vendere tv ed aspirapolveri, ma il calcio è un'altra cosa: vive di emozioni, di estasi collettive che, come insegnano le ricerche sui generatori di sequenze casuali, probabilmente finiscono per influenzare anche i risultati delle partite. Il calcio è emozione e con la ragioneria non è che c'entri molto. La ragioneria va bene per evitare i disastri economici, per carità. Ma poi per ottenere di più che sopravvivere, ogni tanto buttare il cuore mezzo metro più in là della calcolatrice, può servire.

Non vorrei che arrivasse quel giorno in cui allo stadio a vedere l'Inter ci fosse solo, appunto, il Sig No. Solo, con la SUA squadra.