Certo fa impressione essere lassù, dopo tutto quello che è successo questa estate. Prima Montella, poi Salah, Joaquin.. Di tutto e di più nell'estate più strana dell'era Della Valle. Chi l'avrebbe detto invece che la Fiorentina, una volta perso i solisti che la scorsa stagione hanno spaccato le partite, sarebbe diventata una Squadra con la 's' maiuscola? Davvero qualcuno avrebbe pensato di ritrovarsi in cima alla lista alle soglie della seconda sosta nazionale? Firenze ha un rapporto strano con le emozioni. Ci vuole poco per passare dalla depressione alla felicità e viceversa. Basta pensare a QUEL 4 a 2 di due anni fa e si avrà la descrizione precisa di cosa vuol dire tifare Fiorentina: un'altalena continua di emozioni che vanno dalla rabbia, alla frustrazione, alla felicità, tutto chiuso nel cerchio dell'amore che questa città e questi tifosi provano per la loro squadra. Allora come deve prendere la piccola Viola questa situazione? Abbiamo vinto lo scudetto? Certo che no, il campionato è lungo. Arriveremo fra le prime tre? Chi lo sa, ma con l'Europa League che prosciuga le energie e tanti avversari agguerriti dietro sarà molto difficile. Piedi per terra, insomma, ma lasciateci anche un po' sognare a noi tifosi. Sì, perché noi sappiamo veramente cosa vuol dire sognare. Non abbiamo una bacheca piena di trofei, come molti ci rinfacciano; il bello è che non ne abbiamo bisogno! Probabilmente la Fiorentina con qualche trofeo in più non sarebbe la Fiorentina. Se andate a ritroso nella nostra storia, troverete più delusioni che successi, più sconfitte che trofei. Ma è questa la nostra forza, perché abbiamo cucito addosso il significato di perdere e sappiamo quindi dare più gusto alla vittoria, che sia una partita in campionato contro una rivale o un successo strappato all'ultimo tuffo. A Firenze non siamo assuefatti dal vincere, come non siamo del tutto insensibili alle sconfitte. Se qualcuno compie un'impresa con la maglia viola addosso stai sicuro che tutto se lo ricorderanno, come ci ricordiamo tutt'oggi dei campioni dei nostri due scudetti, coi tifosi veterani che ricordano la formazione titolare a memoria e fanno paragoni improbabili trai giocatori di ieri e quelli di oggi; ci ricordiamo dei Leoni di Ibrox (prima storica coppa europea vinta da una italiana), della B2 con Baggio e Borgonovo e della delusione storica di quello scudetto scippato all'ultimo tuffo nell'82. Anche se ci piacerebbe che si parlasse un po' più di noi a livello nazionale, visto che siamo primi ma si scrive sempre di delusione milan, inter che sbaglia ecc ecc, ci va benissimo pure che continuino a ignorarci, a lasciarci nel nostro paradiso che oggi è Firenze, questo piccolo posticino che riesce a portare allo stadio 30'000 persone contro l'Atalanta (e che spettacolo ieri sera, mai vista una Fiesole così all'inglese(e si, parentesi nella parentesi, ero allo stadio ieri come lo sono da 4 stagioni) come ha detto bene Pradè). Insomma due settimane da primi della classe, poi sotto con Napoli, probabilmente una delle più belle partite di quest'anno viste le premesse. Come andrà andrà, sappiamo benissimo che non siamo stati costruiti per stare lassù e che prima o poi il passo rallenterà e probabilmente perderemo terreno in favore delle solite, ma lo faremo col coltello fra i denti come mai era successo, faremo sudare ogni minimo punto ai nostri avversarsi e approfitteremo di ogni piccolo passo falso per aumentare il nostro controllo. Questa è la Fiorentina di quest'anno, questa è la Fiorentina di Sousa e siamo chiari, se qualche deficiente ha scritto sui muri delle cagate non significa che sia il pensiero di tutta una città, anche se magari qualche dubbio un po' tutti l'hanno avuto, me compreso, su un allenatore che non conoscevamo per nulla. Tutto lecito, tutto rientra nella logica altalenante della Fiorentina come sempre è stato e sempre sarà. Cambieranno allenatori, giocatori e presidenti ma quello che non verrà mai meno sarà l'amore per la nostra squadra e la nostra città, un legame che ci rende unici sicuramente nel panorama italiano ma probabilmente anche in quello mondiale del calcio. Nel bene e nel male. Ps. Permettetemi un SALUTATE LA CAPOLISTA, che magari dovrò aspettare qualche altro tempo prima di ridirlo!