Il VAR è un ottimo strumento messo in campo per rendere la vita degli arbitri più facile ed avere partite sempre più pulite.
Per carità, nel calcio ci sono mille situazioni per far in modo che senza l'ausilio della moviola, un goal possa scatenare la polemica di milioni di tifosi (un fallo laterale dato ad una squadra al posto dell'altra, nel quale trae vantaggio siglando una rete). 

Tutto vero, ma già in queste prime due giornate possiamo trarre alcune considerazioni. Le partite si dilungano molto, quindi sarebbe necessario il tempo effettivo, come in tanti altri sport, a danno dello spettacolo vero e proprio che il calcio dà.
Le immagini che gli arbitri Var vedono, dovrebbero essere uguali a quelle che i telespettatori seguono da casa o che potrebbero rivedere un calciatore o un allenatore durante le interviste, per non scaturire le inesorabili polemiche post-gara.

Le stesse visioni, che tutti osservano dal salotto o da un bar, in accordo con la regia principale dei registi televisivi, potrebbero essere inviate agli arbitri (vedasi il fuorigioco non fischiato sul rigore di Galabinov, in Genoa-Juventus, in quanto dai frame che vedeva il giudice Var era praticamente impossibile osservare l'offside di rientro).

L'arbitro, dal momento che decide di chiedere aiuto all'assistente Var, dovrebbe farsi trovare pronto già sullo schermo senza perdere tempo (30 secondi circa tra andata e ritorno dal punto incriminato), ed osservare con gli stessi occhi per decidere; perché se ha chiesto un giudizio non era sicuro di quanto deciso in campo. Pertanto, non deve credere a ciò che viene indicato dal collaboratore (come ad esempio in Roma-Inter sul fallo ai danni di Perotti o la domenica precedente sul contatto in area nerazzurra ai danni di Simeone, dove Tagliavento non andò a visionare il monitor).
Dare la parola agli arbitri a fine gara per far capire a tutti cosa ha visto e cosa non ha visto in quel momento.

Queste sono le mie considerazioni al termine delle prime giornate di tecnologia applicata al calcio.
Sono favorevole all'aiuto per i direttori di gara, purché non ne abusino per ogni minimo contatto o dubbio.