Macedonia e Albania ci fanno così paura? A pensarci bene sì. È vero, servirebbe un miracolo al contrario per farci perdere il secondo posto, ma anche la via dello spareggio non è simpatica da affrontare.

Siamo alle solite. Noi italiani amiamo complicarci la vita, ma a ben veder, è il sistema calcio ad essere in crisi. Purtroppo nel nostro paese siamo schiavi: schiavi della politica, schiavi della corruzione, schiavi del “tanto ce la facciamo”. Invece da molti anni non siamo più ai vertici del calcio europeo e mondiale. La riconquista di quattro squadre nella prossima Champions League è solo un inaspettato regalo.

Solo una formazione in Italia, la Juventus, ha dimostrato che con pochi soldi e tanto immaginazione si può arrivare vicino ai grandi, difficilmente a batterli. Le recenti finali della coppa dalle grandi orecchie disputate contro le grandi di Spagna hanno evidenziato il livello del nostro calcio. Bene, ma non benissimo.

E ancora c’è chi pensa che vada bene così, ma il divario sta aumentando rispetto a Spagna, Inghilterra e Germania. Inoltre la Francia, la Russia ed il Portogallo si stanno lentamente avvicinando. Quale soluzione abbiamo a disposizione? Il vecchio maestro di calcio Fabio Capello qualche tempo fa ha definito il campionato italiano poco “allenante” per le nostre big. Come dargli torto allo stato attuale delle cose?

E’ evidente che dobbiamo agire subito. Portare le squadre di Serie A da venti a diciotto, se non a sedici, è doveroso per alzarne la qualità. Obbligare la società ad avere almeno dieci italiani nei ventitré della rosa può aiutare la nostra nazionale sul lungo periodo. Permettere alle società di Serie A che lo desiderano, di schierare una squadra B in Lega Pro, per permettere ai giovani che escono dal Campionato Primavera un atterraggio morbido nel mondo dei grandi.

E non dite che il numero di squadre professionistiche crescerebbe perché le squadre B non sono altro che un ramo della squadra principale. Una Serie A ed una Serie B a 16 squadre più tre gironi di Lega Pro a 16 squadre, di cui uno dedicato alle squadre B, farebbe scendere a 64 le squadre professionistiche in Italia. Con logica crescita della qualità dei calciatori tesserati.

Tanta carne al fuoco, ma prima o poi si dovrà cominciare, altrimenti potremmo ritrovarci a breve a leccarci le ferite.