« ma lei fuma nell’intervallo di una partita?» «Avvocato,non si preoccupi se fumo io», rispose Michel, «l’importante è che non fumi Bonini, che deve correre anche per me!» Queste brevi battute, forse meglio di tante altre parole basterebbero a spiegare quello che è il ruolo del mediano all’interno del campo da gioco. I protagonisti di questo vivace scambio di battute non erano due personaggi qualsiasi. Uno era l’Avvocato Agnelli mentre l’altro, il Michel che prontamente rispondeva, nientemeno che Platini. Colui che invece aveva il duro compito di correre per due era Massimo Bonini, l’instancabile mediano della Juventus di Trapattoni, successore di un altro grande mastino del centrocampo come Beppe Furino. Quella del mediano non è un’aspirazione, piuttosto una vocazione. È la consapevolezza che ci sarà da sudare per due, non si guadagneranno le prime pagine di un giornale e ogni prestazione, se non finirà nel dimenticatoio, sarà ricordata solo dai numero 10 avversari, quelli che le “attenzioni” dei mediani le ricevono. Tutti i più grandi campioni infatti, vicino al goal più bello solitamente citano anche la marcatura più “scomoda”. Così Pelè ricorda Trapattoni, mentre Maradona e Zico colui che rese la loro fase finale del Mundial ’82 un incubo, Claudio Gentile. A dispetto del cognome, il giocatore nato a Tripoli era tutt’altro che un avversario semplice. Nella sua lunga e vittoriosa carriera è riuscito ad adattarsi ad ogni ruolo e situazione come quando, in bianconero, si trovò ad essere prima l’alternativa a centrocampo di Furino e poi a ricoprire il ruolo di terzino sinistro. Ma le prestazioni per le quali è ricordato, soprattutto dagli avversari, sono proprio quelle in cui si trovò a dover marcare i due fuoriclasse di Argentina e Brasile con cui adottò una semplice strategia: «farsi sentire senza farsi vedere». Così avvenne, in tutti i sensi. Chiunque infatti ricorda la tripletta di Rossi al Brasile o l’urlo di Tardelli con la Germania, in pochissimi che due dei più grandi calciatori della storia del calcio furono annullati, nelle partite contro gli azzurri di Bearzot, grazie alla tenacia di questo mediano Gentile. Così, se provate a chiedere a un bambino quale sarebbe, in un futuro da calciatore, il ruolo che più di tutti vorrebbe ricoprire o il campione a cui vorrebbe tanto somigliare, beh difficilmente gli sentirete rispondere “ Il mediano, come Claudio Gentile nell’82 ”. Giuseppe Sanzi