"Serviva un condottiero, l'abbiamo trovato". Così il presidente Tavecchio in una giornata assolata di mezza estate, presentava il neo C.T. Antonio Conte. Si, proprio lui, l'uomo secondo cui la differenza tra vincere e perdere è uguale a quella fra vivere e morire. Quello per cui l'ossessione quasi maniacale nella cura di ogni particolare e l'applicazione martellante nel singolo dettaglio, rendono il calcio una scienza quasi esatta. Ed in effetti a ben pensarci, forse l'ultima fiches da giocare nel tentativo di rilanciare lo sbiaditissimo calcio nostrano poteva essere solo lui, Antonio da Lecce, che in una versione moderna del Superman di Siegel e Shuster è stato chiamato nel tentativo di salvare la faccia all'intero movimento calcistico nazionale devastato dalle magre figure mondiali. Ora la domanda che ci attanaglia però è questa: Conte basterà da solo a risollevare le sorti di un intero movimento calcistico ? Si, perchè la sensazione che si ha è quella di avere a che fare con un paziente molto più malato di quanto si possa credere. Del resto. se è vero che le case per rimanere in piedi hanno bisogno di solide fondamenta, non possiamo dire lo stesso di uno sport che si trascina dietro tutti i difetti e le incongruenze di un' intera nazione. Infatti, in un settore dove parole come progettualità programmazione e idee dovrebbero essere all'ordine del giorno, come punti cardine da cui ripartire nella rincorsa all'aristocrazia mondiale del calcio. ecco che qui noi siamo fermi. La realtà oggi ci porta a pensare che il nostro calcio sappia di vecchio e stantìo, essendo incosciente vittima del suo glorioso passato ed incapace di modificare l'inerzia del suo mesto quanto inesorabile declino. Le dimissioni di Baggio dall'incarico federale ricoperto, con la conseguente scia di polemiche innescate dallo stesso ( "Lascio la Figc, non mi hanno fatto lavorare. Il mio progetto è stato ignorato") è esemplificativo in tale contesto. La sensazione è che siano lontane le riflessioni e le azioni atte a dare un reale scossone al nostro sistema, e ancora più distanti ci sembrano argomenti come tutela dei settori giovanili, introduzione di seconde squadre e centri di formazione federali (i cosiddetti Stutzpunktz tedeschi, che tanto bene han funzionato in terra teutonica). Il nostro presente ad oggi si chiama solo Antonio Conte..basterà ?