Mentre si sta consumando il dramma sportivo del Milan, che probabilmente ha sbagliato ancora campagna acquisti nonostante il prodigarsi generoso di proprietà e dirigenza, che ha speso 230 milioni senza acquistare un leader né un giocatore che sia uno in grado di indirizzare le partite in modo diverso, che invece sicuramente ha sbagliato ad affidare la squadra a Montella, ci troviamo il primo ottobre con la terza legnata in sette partite, a nove punti dalla vetta e quattro dal quarto posto. Settimi in classifica.

Ció che lascia allibiti sono le dichiarazioni della dirigenza che esprime massima fiducia ad un tecnico che in tre mesi ha schierato André Silva dal primo minuto in campionato solo oggi (solo per citare uno degli orrori che ha prodotto), che ricorda quegli allenatori che più prendono sberle più dicono che "tutto va bene madama la marcaisa".

Sembra tristemente chiaro che andremo avanti con questa lagna fino a fine campionato. E per lagna intendo una società che rinuncia a far la voce grossa perché probabilmente ha capito di aver sbagliato quasi tutto e che la qualificazione per i preliminari di Champions sono impossibili stando a quello che il Milan oggi è in grado di esprimere.

Ero tra i primi entusiasti di questo nuovo corso, ma le magagne sono venute a galla con troppa rapidità e con un'irruenza che francamente non mi aspettavo.
Qualcuno che noi tifosi detestavamo perché vedeva questo sfacelo di risultati anche quando non si erano appalesati con ogni probabilità aveva ragione.

La Juve non molla Bonucci al Milan se è il secondo difensore più forte del mondo.
Se si trattano, o si fanno a finta di trattare per mesi Belotti, Aubameyang, Morata e poi arrivano Kalinic e Silva, se Fabregas non ci degna di uno sguardo e prendiamo Kessié, probabilmente c'è una ragione.
Con undici nomi nuovi dopo anni di ingaggi col contagocce di bidoni conclamati sembrava di essere ospiti d'onore al ricevimento del re, ma evidentemente così non è stato sul campo. Mancano le figure chiave che cambiano il gioco e l'esito delle partite.

Il tifo rossonero così appassionato eppure diviso negli ultimi, sciagurati anni è destinato a soffrire per molto tempo ancora.