Solo ieri sera gridavo la mia feroce incazzatura nei confronti di Andrea Della Valle, delle sue debolissime arringhe e del cronico problema di questo club, di questa città: l'ambizione pari a zero. Ma al di là di tutto questo, io sono sicuro che i nostri due dirigenti sportivi, gli unici dirigenti sportivi o quasi di tutta l'équipe dirigenziale, hanno i controcoglioni. Se l'idea è Marko Marin, a mio parere siamo di fronte ad un'ideona. E forse, detto da me infimo appassionato ma agitatissimo criticomane, vale anche qualcosina in più. Mi innamorai calcisticamente di questo biondino al preliminare Champions di qualche anno fa, Sampdoria - Werder durante il quale fu praticamente imprendibile. E per di più con un'enorme pressione sulle spalle: quella di far dimenticare al più presto la cessione dell'idolo Mesut Özil. Pochi mesi dopo il Chelsea dimostrò di aver visto la mia stessa partita acquistandolo a peso d'oro. Ma a causa di diversi infortuni e di una squadra ricchissima di talenti, Marin non riuscì a sfondare completamente. Di certo non ha fallito il prestito al Siviglia, dove sempre preda di diversi infortuni ha contribuito concretamente alla vittoria dell'Europa League 2013-2014. Non segna molto. Non è un'ala, ma può fare quel ruolo. Forse è più una mezza punta moderna, che ama anche partire dall'esterno. Può somigliare ad Insigne, sia a livello tecnico, sia - ahimé - perché non è proprio un goleador. Può non piacere, per carità. Ma è un profilo molto ma molto importante. Chi dice che è una "scommessa" evidentemente non lo conosce. Se questo risolve i suoi problemi fisici e firma per noi, in un campionato non più di primissimo livello come il nostro, potrebbe fare da trampolino di lancio per un attacco "monstre". Certo, se arriva in prestito sarebbe un peccato. Ma se mettiamo le mani sul cartellino, allora significa che abbiamo trovato (o che Ramadani ha trovato) l'offerta che cercavamo per Cuadrado.