In che ruolo vuoi giocare da grande? Io portiere, io difensore, io attaccante. Questa la classica domanda che si fa ai bambini della scuola calcio, che rispondono così, prontamente e ingenuamente, ad un recente sondaggio fatto sui classe 2000 in su, il risultato in percentuali arrotondate per eccesso di frazioni decimali, ha dato rispettivamente il: 10% portiere, 20% difensore, 60% attaccante.

Manca qualcosa vero? Si manca il centrocampista (10%). Infatti in pochi, per questa statistica, sognano quel ruolo nevralgico quanto più delicato nel calcio, il numero 8 insomma il mediano. Poi crescendo, chi nasce terzino e finisce a fare l’attaccante, chi viceversa, in alcuni casi remoti chi da porteire diventa centravanti (vedi Vieri), trequartisti diventati registi, come Pirlo a Brescia grazie a Mazzone, o Verratti a Pescara con Zeman, più facilmente ali o esterni alti reinventati terzini come Zambrotta e Grosso, via dicendo….

Difficilmente possono però trasformarsi da altro ruolo in centrocampisti di fatica, quelli si nasce, certo anche in questo caso le eccezioni non mancano, come Tardelli che esordisce a Como come terzino di spinta e diventò un infaticabile mediano, o dalla fascia come Bagni finito poi a correre per tre lì in mezzo, piu facile il contrario, mutare ad esempio da mediano a prolifico attaccante come Massaro, o ancora più indietro sia temporalmente che in campo, come fece invece Di Bartolomei, reinventato da Liedholm da regista classico a play difensivo. Perché un conto è passare da trequartista a regista basso, ruoli che condividono la possibilità di guardare il campo a testa alta sempre da posizione centrale, tutt’altro reinventarsi metronomo dopo essere stati un’ala tutta tecnica e dribbling.

Zona del campo snobbata, forse vista agli occhi di quei bambini che nascono e crescono calciando un pallone, dalla metodica che si crea, come una posizione “che non sa ne di carna o di pesce”, insomma o faccio goal o non lo faccio prendere, forse colpa dell’imprinting che viene dato nelle scuole calcio, della tradizione che abbiamo, ma i dati ad oggi o forse da sempre, in Italia, dicono questo.

Calcolando che un solo bambino su 5mila esordisce in A, vediamo insieme se la statistica iniziale si rispecchia nella realtà attuale, facendo una sorta di conta della serva, con cui arriveremo a dei dati alla mano, per analizzare il ruolo del centrocampista in SerieA, parlando di soli giocatori italiani.

Rispetto agli altri ruoli, dove il tasso di giocatori del nostro campionato è altissimo, sia per qualità che per corrispettiva quantità in rapporto ai pochi che poi possono scendere in campo, come nel reparto portieri (dove ne gioca solo 1) e attaccanti (1-2-3), sono 174 i centrocampisti complessivi (fonte FantAgazzetta), stranieri inclusi, della Serie A. Tra questi troviamo però classificati erroneamente i così detti trequartisti o esterni alti, forse proprio per scarsità numerica naturale, in un ruolo già di suo carente in generale, forse semplicemente per esigenze di gioco (il Fantacalcio), ma andando ad escludere questi profili, e concentrandosi solo sul classico centrale, continuando a conteggiare, quindi togliendo i vari Perotti, El Sharaawy, Gomez, Suso, Douglas Costa, Bernardeschi, Felipe Anderson, Verdi, Ilicic, Perisic etc, e lasciando in lista giusto quelli per caratteristiche già più idonei, come Bonaventura, Hamsik, Ramirez, Rafinha, e limando via ulteriormente gli stranieri, calcolando solo centrocampisti italiani, la somma finale ne conta attualmente solo 35. Dato sconcertante che rispecchia a pieno il sondaggio, addirittura, se andassimo a ridurre ulteriormente scremando quelli che hanno almeno una decina di presenze in campionato, ne otterremmo solo 29

Florenzi; Jorginho; Lazzari; Pellegreini; Grassi; Farago; Mandragora; Missiroli; Benassi; Poli; Cigarini; Bertolacci; Benali; Schiattarella; Viviani; Baselli; Gagliardini; De Rossi; Viola; Marchisio; Montolivo; Bessa; Cataldi; Sensi; Calvano; Dessena; Sturaro; Valdifiori; Murgia.

A cui aggiungere gli italiani all’estero come Verratti o l’oriundo Soriano. Veramente troppo poco, se pensiamo che in più, quelli completi, capaci di far per caratteristiche tecniche e fisiche entrambe le fasi, si conterebbero forse su una mano.

Una vita da mediano, cantava Ligabue nel 1999 proprio a ridosso dei primi 2000, ma chi nasceva da li a poco, forse, non l'ha mai ascoltato.