Il Presidente Vigorito piange ed io con lui.

Siamo saliti fino in cima alla “Scala del calcio”, abbiamo espugnato il Meazza di Milano, senz'alcun dubbio, abbiamo sconfitto il Milan, in 10 uomini, a casa sua! Abbiamo conquistato il primo punteggio pieno in trasferta… e che trasferta!

Una gioia intensa, ma molto breve ci è stata concessa. In fondo è come una metafora della vita: pochi e rari sono gli istanti nei quali ricordiamo di essere stati davvero felici. Proprio per questo, sono così vividi e intensi! Oggi abbiamo appreso che le ultime 4 partite che disputeremo - pur se dovessimo vincerle tutte - non ci permetteranno di raggiungere l'agognata salvezza. Ieri notte eravamo stelle ed oggi pomeriggio siamo precipitati sulla terra, per alcuni siamo già sprofondati nel purgatorio della B; già ora siamo “retrocessi” per alcuni… Invece no: fino al 20 maggio siamo in A! Però non dobbiamo far finta che non sia accaduto.

Abbiamo ammainato la bandiera del cuore rosso in campo giallo, con al centro la -A-: ora sul nostro cuore spezzato è piantato un pennone con la bandiera a mezz'asta.

Una Lezione importante mi offrì la vita e risale al 2002, quando persi mio padre, l'unico grande amore della mia esistenza intera! Fu atroce, fu la seconda, amara perdita che mi ha segnato per sempre, dopo nonna Sisina (scomparsa quando avevo 9 anni). Però quella seconda agonia mi lasciò poi un grande “tesoro”: imparai che l'unico modo per superare la sofferenza è attraversarla, inabissarsi in essa.

Per cui ora non chiedetemi di far finta che non sia successo o che non debba accadere - lo dico anche ai miei più cari amici, tifosi del Benevento, che hanno tutti famiglia (ai bambini spesso si mente - sbagliando - sulle “perdite”, gli si nascondono) e quindi lo capisco, preferiscono smorzare i toni - che pure immagino cupi nei loro cuori giallorossi - vogliono già voltare pagina e spronano altri, giustamente, a farlo. Ma io no, io so che - come sostiene la filosofa Martha Nussbaum - la vita è costituita da una serie di “perdite”: dobbiamo continuamente lasciare qualcuno o qualcosa, per poter evolvere, per poter proseguire il nostro cammino. Per cui - come sempre - sono sincero con voi: questa è la notte in cui accogliere la morte nel cuore, l'abbandono di ogni velleità.

Non sappiamo se e quando torneremo in serie A, in quella serie A da poco conquistata per la prima volta nella storia del nostro amatissimo Benevento.

Non illudiamoci, ma piuttosto restiamo uniti e solidali nel lottare per i nostri colori, per onorare sul campo il Presidente Vigorito, che ha dato l'anima per noi, per amare ancora in quattro occasioni irripetibili la nostra Squadra, per gridare a squarciagola: FORZA BENEVENTO IN SERIE A!