Buffon (39 anni), Barzagli (36 anni), De Rossi (34 anni): sono questi i giocatori che hanno ricoperto i ruoli nevralgici durante la partita Spagna - Italia.

Al di là della prestazione insufficiente, tutti hanno un minimo comune da condividere: l'età!

Da anni, e soprattutto con l'avvento di Ventura, si parla di scouting, continue osservazioni e spazio ai giovani, tutte cose che dovrebbero aiutare l'Italia a fare bene.

Per poter fare ciò, al di là delle partite esperimento contro squadre di terza fascia, bisognerebbe far scendere in campo i giovani contro avversari di pari o superiore livello.

Ad ogni partita importante, invece, viene chiesto sempre alla vecchia guardia di tirare fuori prestazioni di un certo livello: no amici miei, così non ci siamo.

Ogni giocatore, per quanto possa essere forte, subisce quelle che sono le normali limitazioni dell'avanzamento anagrafico, con una reattività che viene sempre più a mancare ed una lucidità sui 90 minuti che fa fatica a rimanere costante.

Partendo da Buffon, ad esempio, è lampante come spesso cada in piccole sbavature: ne è una prova il primo gol del folletto spagnolo Isco.

Calcio da fermo apprezzabile che però, soprattutto con una ripresa da dietro, fa vedere come il ritardo nel movimento di Buffon sia determinante: ecco qui il primo esempio di quell'esplosivita che non ce più. Ancora decisivo e fortissimo nell'uno contro uno, ma ragionevolmente non sempre perfetto su determinate situazioni.

La cosa che più delude è sapere Che, se ci fosse un Po più di coraggio e voglia di cambiare, l'alternativa ci sarebbe, è risponde al nome di quelli che tutti definiscono il portiere potenzialmente più forte al mondo: Donnarumma.

Dire che l'italia non avrebbe preso gol, sarebbe dire una sciocchezza, ma sicuramente, con un portiere nel pieno delle sue forze e con caratteristiche tecniche invidiabili, qualche speranza in più ci sarebbe stata: anche nel secondo gol, dove con una reattività diversa si poteva fare qualcosa in più.

Naturalmente lungi da me criticare "San Gigi", ma anche i grandi campioni, quelli veri, meritano quando serve la panchina.

Qualche metro più avanti, troviamo un altro caposaldo della nazionale, nonché compagno di squadra di Buffon: Andrea Barzagli. Esperienza, grinta e forte nel face to face, caratteristiche che hanno portato per l'ennesima volta a puntare( o meglio sperare) su di lui. Ma la Spagna è la Spagna ed infatti, anche per Andrea le difficoltà non sono mancate. Non grandissimi veri errori, ma durante tutta la partita, davanti alla difesa, mai un intervento decisivo ne un pressing importante.

E poi sul terzo gol, ciò che non è criticabile: contropiede fulmineo della Spagna  in due contro due, è Barzagli  che perde la marcatura di quel ragazzino spagnolo che tanto bene conosce: Morata. 

Non è criticabile perché la domanda da farsi è : con quale pretesa si può pensare che un 36 enne come Barzagli, che durante la partita da sempre tutto, stia dietro ad un ragazzino che corre due volte in più dopo 80 minuti di gioco?

Anche qui, con un Po di sfrontatezza, l'alternativa ci potrebbe essere: Daniele Rugani. Ragazzo che tanto bene fa ogni partita ma che, chissà perché, non viene ritenuto mai pronto.

Ed infine Capitan futuro: Daniele De Rossi.

De Rossi, ancor più dei suoi compagni, potrebbe essere l emblema di questa critica: le sue caratteristiche parlano chiaro.

Forte con i piedi ma che predilige un gioco fatto di pressing e continui attacchi all'avversario, con interventi di un tempismo e precisione incredibili.

Tempismo e precisione: che vengono chiesti ANCORA ad un ragazzone di 34 anni, in una partita contro dei prestigiatori e con un modulo dove da solo dovrebbe fornire lo scudo alla difesa.

I limiti sono evidenti e, messo in coppia centrale con Verratti, creano un "passaggio libero" per Isco e compagni.

Eppure in panchina c'era un certo Pellegrini. Non paragoniamo lo storico Daniele  all'ex Sassuolo ma una domanda nasce spontanea: non si poteva quanto meno attuare una staffetta tra i due? Primo tempo Pellegrini e nel secondo tempo, quando magari le forze iniziano a scendere, dentro l esperienza di De Rossi.

Queste osservazioni ovviamente non sono critiche rivolte ai giocatori Che, sempre e comunque, vanno rispettati e ammirati per la continua disponibilità data alla squadra della propria Nazione.

La critica è per Ventura e tutta la federazione, ai quali pongo una domanda: Questi giovani talenti, come li definite voi, quando avranno la possibilità di dimostrare in partite che contano quello che valgono?

Perché ovunque, se un giovane è forte, gioca a discapito di un compagno ben più noto?

Ma d'altronde siamo in Italia, paese dove una tifoseria ha massacrato un grande allenatore( Spalletti) e la propria società ( Roma) per le troppe panchine fatte fare ad un "ragazzino di 41 anni"