"Mira alla luna. Anche se sbagli, atterrerai tra le stelle." Il 17 febbraio scorso compiva 73 anni l'autore di questo splendido aforisma, Les Brown, ormai celebre oratore statunitense che riesce in pochi semplici caratteri a descrivere, con una metafora perfetta, l'ambizione ardente dentro lo spirito combattivo di ogni essere umano.

Immerso in un'infanzia difficile, l'ex politico americano è riuscito a riassumere parte delle esperienze vissute in questa massima, che appunto rappresenta la propria forza di volontà, quella luce dentro il proprio animo capace d'illuminare la direzione della propria strada verso una reazione alle avversità della vita, volgendo il proprio sguardo lassù in alto, sulla scia di quella luna sprofondata in un mare di stelle.

Tanta l'ammirazione verso un futuro splendidatemente dignitoso, pieno di quell'abbondanza di attenzioni mai conosciute prima, che nella loro assenza hanno trasferito un chiaro segnale di quanto sia importante riscattare la propria immagine sul mondo.

Al giorno d'oggi si contano circa 7 miliardi di anime su questa terra, e chissà quante tra loro sognano di veder il proprio nome luccicare per le strade, e non tanto per contare le bancanote alla maniera di Zio Paperone, ma per raccogliere una nuova identità, forse mai concepita realmente prima.

Quante tra loro vanno alla ricerca di sé stessi, e spesso purtroppo capita che tra queste ci siano anche molti bambini, travolti da esistenze complicate, costretti a lavorare già in tenera età, o abbandonati dai genitori, picchiati sulla pelle e nel cuore, con i loro sogni, magari avvolti in un pallone, che scappano via da un magro destino senza pietà.

Questo triste universo avvolge anche la storia di Memphis Depay, calciatore olandese di origini ghanesi classe 1994, che oltre ai tanti tatuaggi sul proprio corpo, trascina con sé il segno di una cicatrice indelebile: all'età di soli 4 anni viene abbandonato dal padre, che divorziando dalla madre, scompare per sempre dalla giovane vista del proprio figlio, lasciando un vuoto incolmabile, impossibile da risanare.

Il ragazzo cresce accudito principalmente dai nonni materni, ai quali si lega moltissimo, ma il suo carattere non può che mostrare evidenti problematiche: litiga spesso con i propri coetanei, e anche se si tratta di uno dei pezzi forti della propria squadra, viene allontanato dalle giovanili del club in cui milita.

Ma serve ben altro a scoraggiare il giovane Memphis, che ha il sogno di giocare lì, tra gli impianti più prestigiosi d'Europa, davanti a platee di decine di migliaia di gente, e forse più che per passione, per la rabbia di riscatto insita dentro il proprio spirito, battuto come il ferro incandescente di un fabbro, da quell'abbandono così inaspettato.

Viene così notato da un certo Philippe Cocu, secondo di Guus Hiddink sulla panchina del PSV Eindhoven, che spinge per ingaggiarlo tra le fila dello storico club olandese; sfruttando così le proprie capacità lungimiranti, l'attuale tecnico dei Boeren Rood-witten, riesce ad aggiudicarsi in anticipo le prestazioni del talento di Moordrecht, che decide di mostrarsi presto come una delle menti più geniali della nuova generazione dei tulipani, segnando ed incantando a suon di dribbling e giocate il pubblico del Philips Stadion, grazie alle quali si guadagna anche una convocazione per il mondiale in Brasile nel 2014.

In seguito ad ottime prestazioni anche nella propria nazionale, e uno score di 39 reti realizzate in 90 match con il proprio club, Memphis si guadagna l'attenzione della Premier League inglese, con il Manchester United che decide di acquistarlo all'alba della stagione 2015/2016 per una cifra intorno ai 30 milioni di euro: è spettacolare l'inizio della nuova avventura della stellina olandese, che realizza una doppietta al proprio esordio in Champions League con la maglia dei red davils, contro i belgi del Club Brugge, in un match contraddistinto dalla sua firma d'autore nel 3-1 finale.

Sembra quindi aver imboccato la via del successo assoluto, questo giovane talento di appena 21 anni, destinato a sbocciare definitivamente con quella stessa maglia, che precedentemente era stata di Cristiano Ronaldo: ma qualcosa s'inceppa nella mira dell'olandese, che perde terreno nella corsa verso la propria consacrazione nell'olimpo del calcio, precipitando via via sempre più in direzione del dimenticatoio rappresentato da quella panchina, che quasi cala il sipario sulla carriera del classe 94.

Per diverso tempo nessuna voce racconta più delle gesta di questo ragazzo, che inizia ad assumere i contorni di un grande rimpianto, ma ecco che ad un tratto la musica inverte il proprio andamento: Memphis riparte da una nuova avventura, firma per l'Olimpique Lione in Francia, dove è intenzionato a dare una scossa alla propria carriera, scivolata sotto il palcoscenico.

Dal gennaio dello scorso anno, Depay ha disputato 45 partite con la maglia dei Les Gones, alzando nuovamente l'asticella del proprio rendimento realizzando 15 reti, che hanno il dolce sapore di una rinascita, che rimette tutto in discussione, anche i pareri di coloro che lo consideravano ormai bruciato.

Sono molti adesso i club pronti a dargli una nuova chance sui prestigiosi palcoscenici europei, ma la società francese è ben consapevole del valore di questo calciatore e non ha nessuna intenzione di cederlo: chi vuole Depay, dovrà dimostrarlo anche con un'offerta economicamente degna di nota.

Ma vale la pena chiedersi se questo esterno offensivo sia in grado di confermare le buone prestazioni apprezzate nel campionato transalpino in queste ultime fasi della propria carriera, o si tratti dell'ennesima fiammata del proprio spirito ardente, con quel salto lasciato ancora a metà, verso quell'aristocrazia del calcio che Depay ha finora solo assaporato.