Luciano Spalletti sembra essere riuscito, almeno per il momento, a dare una stabilità all'ambiente Inter, portandola al secondo posto momentaneo in classifica, risultato che nemmeno i più impavidi sognatori osavano immaginarsi durante il mercato estivo scorso. Alcuni parlano di fortuna, altri di un momento di gloria destinato a dissolversi come un lume in una bufera, altri ancora sono convinti che il tecnico di Certaldo sia effettivamente riuscito a trovare la "formula magica" per dare solidità ad uno spogliatoio che prima del suo arrivo aveva toccato livelli sconcertanti.
Giocatori svogliati, poca convinzione dei propri mezzi e un senso di unione che non traspariva mai, nemmeno durante i (pochi) momenti di gioia della passata stagione. Alcuni osano addirittura paragonare certi suoi modi di fare a quelli dell'intoccabile José Mourinho; ad esempio ritrovando in Spalletti la capacità che aveva il Lusitano di accentrare su di sé tutta l'attenzione, prendendosi tutte le colpe nelle sconfitte (non ancora subite dal toscano) e dando tutti i meriti ai giocatori (al contrario di un certo Gian Piero Ventura...). Ciò che è certo è che l'attuale allenatore dell'Inter sia riuscito a creare un gruppo solido e persino a ridare fiducia a giocatori condannati alla panchina o addirittura al trasferimento, rigenerando giocatori come Nagatomo prima e Santon poi, nell'ultima partita di campionato vinta 2-0 contro un'Atalanta più che dignitosa.

Che Spalletti fosse in grado di gestire situazioni complicate lo si era capito quando l'anno passato riuscì a centrare il secondo posto nonostante fosse continuamente preso di mira ed additato da tutti come perfido boia che metteva fine alla carriera di uno splendido giocatore come Totti, più un Dio che un semplice giocatore nella capitale. Nonostante tutte le pressioni, tutto un mondo calcistico contro di sé, Spalletti continuò per la sua strada, per il bene della Roma, della sua creatura, ripresa in mano dopo una discutibile gestione da parte di Garcia e riportata nei primissimi posti con una maestria eccelsa. 

Che l'obiettivo dell'Inter di quest'anno sia un posto in Champion's League lo sanno tutti, specialmente Spalletti, che con la sua tipica ironia toscana ribatte ad ogni domanda su una possibile candidatura per lo scudetto sviando il discorso e non facendo dichiarazioni inopportune e affrettate. Perché come ben ci si può ricordare, l'Inter di Mancini di due stagioni fa si ritrovò addirittura prima in campionato fino a Gennaio, per poi "crollare" fino al quarto posto (che, comunque, quest'anno garantirebbe l'accesso diretto in Champion's). Ma se si vuol affiancare questa Inter con quella di Mancini, bisogna anche dire che il gruppo che c'è ora e l'attuale senso di unione tra i singoli non li si vedeva nell'Inter Manciniana.

A questo punto toccherà al "Re Mida di Certaldo" confermarsi come vera sorpresa di quest'anno e, chissà, magari lottare fino in fondo per qualcosa di più di un (tutt'altro che) semplice quarto posto, magari persino in un testa a testa finale per il primo posto; e se anche si dovesse perdere il suddetto duello per la vittoria finale, il popolo nerazzurro non potrebbe far altro che applaudire l'allenatore toscano per un'impresa del tutto inaspettata. "Uomini forti, destini forti", caro Luciano, e avendo te come condottiero la Milano Nerazzurra non può che auspicarsi un destino forte.