Vorrei fare due premesse prima di iniziare a parlare.

Premessa io sono interista.
Premessa l'articolo è frutto solo delle miei idee. 

In questi giorni si è parlato tanto, forse troppo, del caso Donnarumma e per questo voglio spiegare quelle che sono le motivazioni del divorzio, ovviamente dal mio punto di vista.
Motivazioni che credo siano solo mie o di una piccola e ristretta cerchia di persone perché in linea di massima nessuno si sta schierando con il giocatore ma sempre con la società.

I modi, i tempi in cui il Milan è stato acquistato, i cambi di cordata, il finanziamento​ di Elliot all'ultimo, le notizie sugli accordi con l'UEFA di questi giorni mi fanno pensare ad una cosa. Che Raiola, essendo una persona del settore e che senza ombra di dubbio avrà agganci o informazioni che noi, per forza, non possiamo avere, può aver visto dietro la maschera dei nuovi proprietari e che quello che ha visto non gli deve essere piaciuto per nulla.

E come si è mosso? Come ogni persona interessata al futuro del suo assistito avrebbe fatto. Portandolo via e non permettendo alla nuova società di poterli usare tra un anno come assegno per sanare i propri conti.

Vero è che per il nuovo Milan, Donnarumma era una risorsa in campo ed anche economica e che decidendo in questa maniera il giocatore ha privato la società stessa di una fetta del suo patrimonio. E su questo punto i discorsi di riconoscenza sono più che legittimi, perché se il Milan avesse fatto i propri acquisti quest'anno calcolando la possibilità di rientrare delle spese nel 2018 con la cessione del baby portiere lo avrebbe fatto contando proprio su una sua parte di patrimonio. Cosa legittima. 

Solo il tempo mi chiarirà questo dubbio confermandomi che avevo ragione, e in questo caso temo per il calcio italiano perché il Milan farebbe una brutta fine, o che avevo torto e in questo caso Donnarumma potrebbe pentirsi di aver mollato così presto la squadra che lo ha lanciato.