Sempre più insistentemente si parla di una cessione di Cuadrado, di una Juve ormai pronta a fare a meno del funambolico esterno colombiano, reduce da due stagioni positive all’ombra della Mole. Il giocatore sembra essere ambito da club importanti, ma non smuove l’interesse delle migliori (e più ricche) squadre europee, probabilmente a causa del cattivo ambientamento dello stesso in contesti differenti dalla Serie A, vedi il fallimentare periodo con la casacca dei Blues a Londra.

Ma bisogna guardare ai fatti, prima di dare per partente Cuadrado o di bollarlo come inutile in una rosa come quella della Juventus. E i fatti parlano chiaro. Per sostituire un giocatore come il ventinovenne ex Fiorentina servono molti più soldi di quelli garantiti dall’attuale valutazione di mercato dello stesso Cuadrado, che si aggira sui venticinque milioni. Giocatori in cerca di rilancio, come Douglas Costa, o talenti che ancora devono esplodere, come Bernardeschi, hanno una valutazione doppia rispetto a quella che se ne fa di Cuadrado. E allora la domanda sorge spontanea: sarebbe una scelta oculata quella di dar via la freccia colombiana per investire una montagna di soldi su altri due giocatori?

Se la Juve potesse permetterselo ad occhi chiusi, si potrebbe anche fare un ragionamento legato meramente agli aspetti tecnici, a quei difetti atavici di Cuadrado, mai troppo amato dagli allenatori per la sua scarsa disciplina tattica. Ma è evidente che in un mercato come quello che stiamo vivendo, si deve fare molta attenzione al profilo economico e non sperperare senza ragione. E che, se cessione deve essere, Cuadrado venga valorizzato dalla società, che ribadisca in maniera forte come sia un ottimo giocatore, uno dei pochi in grado di abbinare una buona tecnica a un’esplosività più che rara. In un mercato in cui N’Zonzi costa la bellezza di 40 milioni, è irragionevole vendere Cuadrado a 25.

Tutto può succedere, ma bisogna ribadire la bontà dell’investimento della società su Cuadrado, capace in partite importanti di fare la differenza, di far cambiare ritmo alla squadra nei momenti di grigiore collettivo. Si tratta di uno degli esterni più forti della Serie A e darlo via non deve essere una priorità, a meno di essere davvero sicuri che chi arriverà si rivelerà davvero molto più determinante dell’ala sudamericana.