Il nuovo corso della nazionale italiana non poteva che iniziare meglio di così, dal punto di vista dei risultati si intende, perché le prestazioni sono ancora lontane dallo standard che si aspettano i tifosi e, in primis, il C.T. Antonio Conte. Ma si sapeva già che per digerire gli schemi dell'allenatore leccese ci sarebbe voluto del tempo. L'importante ora è stato riportare quelle vittorie che mancavano da troppo tempo e quel po' di tranquillità all'interno del "mondo nazionale", così facendo ci sarà a disposizione dei ragazzi abbastanza tempo per assimilare per bene i concetti e le idee che Conte dispensa in ogni allenamento. E pensare che sull'aereo di ritorno dal Brasile con un C.T. dimissionario, un Pirlo che aveva lasciato scoperta la cabina di regia a centrocampo e un attaccante che risponde al nome di Mario Balotelli sul quale si era puntato tanto, forse troppo, accantonato da tutto il gruppo, la tranquillità sembrava lontana anni luce dai colori azzurri. Eppure dopo quattro mesi da quella afosa serata brasiliana la disfatta patita contro l'Uruguay pare solo un ricordo perso dentro i meandri della nostra mente. Il futuro dell'Italia sembra di un azzurro più acceso ora che sono state affidate le chiavi dell'attacco a quei due giovani scalpitanti , Zaza e Immobile, che convincono C.T., critica e tifosi. Per di più Conte ha ritrovato quell'attaccante da area di rigore che è mancato come il pane a Cesare Prandelli in Brasile, Graziano Pellè un emigrato che ha riscosso, con merito, fortuna all'estero. Ora l'ultima missione di Conte è quella di recuperare proprio quell'attaccante che era seduto in disparte su quel dannato aereo perché Mario potrà e dovrà essere utile alla causa italiana all'Europeo di Francia.