Hakan Çalhanoğlu è solamente uno degli undici acquisti del mercato estivo dei rossoneri, eppure nonostante le diverse presenze in campo resta ancora un punto interrogativo.

Ripartire a giocare dopo sei mesi di inattività non è facile per nessuno (si sarà pure allenato, ma non è sceso in campo a causa della lunga squalifica che ha riportato in Bundesliga), ma il problema di questo difficile ambientamento del centrocampista turco sembra essere più legato ad una difficile collocazione tattica che alle reali condizioni fisiche del calciatore, anche perchè uno col piede sensibile come il numero dieci del Milan, dovrebbe compensare i carichi di lavoro con la tecnica.

Schierato da Montella come mezz'ala nelle prime uscite, Çalhanoğlu è sembrato disorientato in mezzo al campo e troppo distante da quella porta che con le sue capacità balistiche dovrebbe centrare dalla media/lunga distanza.

Se all'unanimità questo Milan viene indicato come costruito per giocare col 3-5-2, lo strapotere dimostrato da Suso nelle prime uscite ha obbligato Montella a rivedere i suoi piani e tornare sul tanto caro 4-3-3 che lo scorso anno ha garantito il ritorno alle coppe europee.

Ma se la soluzione per sfruttare al meglio il talento del turco e dello spagnolo fosse un ulteriore cambio di modulo? Riportando sulla trequarti Calhanoglu, un 4-2-3-1 riuscirebbe a schierare al meglio tutti i più talentuosi giocatori del Milan in un'ipotetica formazione così schierata:

Donnarumma - Conti, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez - Biglia, Kessie - Suso, Calhanoglu, Bonaventura - Kalinic.