La Serie A sembra tornata più equilibrata, ma non esaltiamoci troppo. Prima c'era scarso equilibrio, ora è un equilibrio tra scarsi.
Meglio spiegare cosa intendo per scarsi.
Prima, quando c'era scarso equilibrio, la Juventus faceva un campionato a parte e dominava incontrastata. Non aveva rivali alla sua portata. Era la squadra italiana più forte e vinceva campionati italiani consecutivamente. Era l'unica squadra italiana che potevamo portare in Champions a fare una figura dignitosa e che se la poteva giocare alla pari con gli altri top club europei. Non era la più forte, ma era tra le più forti e non faceva la comparsa in Champions League. Difatti ha raggiunto due finali di Champions in 3 anni. Ora, in questo attuale equilibrio tra scarsi, si sta giocando lo scudetto con Inter e Napoli. La Juventus è, sulla carta, la più competitiva insieme al Napoli, ma è meno competitiva rispetto alla Juventus passata, ovvero a quella Juventus, che nei campionati dove c'era scarso equilibrio, dominava i campionati italiani senza rivali alla sua portata e raggiungeva per 2 volte in 3 anni la finale di Champions.

Quindi l'abbassamento del livello competitivo della Juventus ha fatto sì che questo campionato fosse più equilibrato. La Juventus, se vogliamo, è ancora più competitiva del Napoli e dell'Inter.
Questa Juventus si sta giocando lo scudetto con un Inter - che non è riuscita a qualificarsi per nessuna Coppa europea e quindi gioca solo Campionato italiano e Coppa Italia - e contro il Napoli, che è uscita dai gironi di Champions ed è quindi stata retrocessa in Europa League.

Come abbiamo visto, Napoli e Inter sono squadre sì forti, ma in un campionato non altamente competitivo come la nostra attuale Serie A. In contesti più competitivi non riuscirebbero a giocarsela alla pari, come per esempio in Champions League con i loro attuali organici, o se vogliamo fantasticare, nei campionati di Serie A degli anni '90, inizi 2000, queste squadre non sarebbe andate molto lontano, poiché quella serie A, di quell'epoca, era molto competitiva, molto di più di questa attuale serie A. Da noi giocavano i migliori top player stranieri e inoltre avevamo giocatori italiani di assoluto livello, come Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Gennaro Gattuso, Francesco Totti, Alessandro Nesta, Angelo Peruzzi e così via.

Ancelotti, durante una intervista alla Domenica Sportiva, ha asserito che attualmente i calciatori italiani non solo di assoluto livello, ecco spiegato perché la nostra nazionale non si è qualificata ai mondiali. Ma ha anche detto, che anche gli allenatori, anche quelli che formano i ragazzini, che cercano di farli diventare dei calciatori di alto livelli, non sono dei migliori. Anche qui dobbiamo migliorare.
Anche gli allenatori devono migliorare, anche loro devono essere di un livello competitivo alto. Quindi il problema del calcio italiano è a monte, non è solo a livello federale, ma in parole povere, abbiamo tanti giocatori mediocri e tanti allenatori mediocri, che poi sarebbero coloro che dovrebbero portare un calciatore a diventare un professionista di alto livello, allenandolo sulla tecnica individuale, cercando di far nascere dei piccoli campioni. Ma, se chi insegna è scarso, anche l'allievo non potrà migliorare. E' vero che campioni si nasce, non si diventa, ma è anche vero che questo dono deve essere comunque scoperto, allenato e sviluppato, sennò resta inespresso.

Ma non solo questo. Anche la questione degli stadi di proprietà è di assoluta importanza. Uno stadio moderno, di proprietà delle società di calcio, con varie attività di contorno interconnesse, permetterebbe alle squadre di avere più entrate e di conseguenza, di poter acquistare giocatori, anche stranieri, ma di alto livello, più costosi, che spesso delle volte coincide con più forti. E questo andrebbe a beneficio anche del calciatore italiano, che si ritroverebbe ad affrontarsi con calciatori stranieri, ma di alto livello competitivo, quindi potrebbero trarne giovamento. Il problema non è il calciatore straniero di per sé, perché se è forte ben venga, ma il problema è quando il calciatore straniero è scarso, che poi toglie anche il posto al calciatore italiano. Quindi anche chi fa mercato deve avere "più occhio", e non prendere lo straniero solo perchè fa "cool", diciamo così. 
E' questo il problema. Un problema chiaro, semplice, ma è questo il problema.
Poi, a livello federale, ben vengano gli uomini di campo, il Tommasi, l'Albertini di turno, che gestiscano a livello dirigenziale il sistema calcio italiano. Gente che ha vissuto il calcio all'interno.
Chi ha fatto la storia del calcio italiano, non può stare fuori dal sistema calcio. Gente come Roberto Baggio e Paolo Maldini per esempio, devono avere un ruolo nella gestione del calcio italiano a livello federale e non solo.
Migliorare la qualità delle strutture, degli stadi, che siano di proprietà, in modo che le società siano più ricche, e possano investire di più nell'acquisto di calciatori di alti livelli,  migliorare la qualità degli allenatori che formano i calciatori, migliorare di conseguenza il livello competitivo dei ragazzi italiani prodotti dal nostro vivaio, comprare gli stranieri, ma solo quelli forti, o comunque almeno di un buon livello, non scarsi, migliorare a livello dirigenziale e comunicativo.

Questo è quello che bisogna fare per migliorare il sistema calcio italiano. Per risolvere un problema bisogna ammetterne l'esistenza. Non facciamo finta che il nostro campionato sia competitivo perchè è tornato più equilibrato rispetto al passato. E' un equilibrio tra scarsi.