Siamo nella società del 2.0 che corre verso il 3.0, anche se poi alla fine nessuno ha ben capito cosa significhi, mentre vi è chi parla di rivoluzione industriale 4.0.
Una società dove internet ha un ruolo fondamentale. Ad oggi complementare, in materia di informazione, a quella tradizionale e presto destinata a divenire prevalente, anche se a dirla tutta, per quanto concerne il calcio, internet ha già un ruolo di primo piano.
E nel Regno Unito lo sanno bene. Ad esempio il sito della Premier League è il secondo ad essere più visitato al mondo nella sezione soccer. Un sito ben fatto, colorato al punto giusto, dinamico, scorrevole ed immediato. Il contrario di quello della Lega di serie A. Un sito non immediato, con uno stile piatto che non attrae e non è un caso che in quella classifica non è neanche pervenuto.

Tra i primi 50 siti al mondo ve ne sono anche tre italiani, rispettivamente quello della Juventus, che si colloca al 40° posto, seguito da quello dell'Inter e poi dal Milan.
Andando a guardare le classifiche italiane calciomercato.com si piazza tra i primi 80 siti Internet più visitati in Italia e tra i primi in assoluto nel settore del calcio.

L'informazione è rete, una rete che può divenire una prigione o una rete che può fungere da massima libertà garantendo quella circolazione dell'informazione e massa critica che nel mondo del calcio è sicuramente richiesta contro ogni sterile omologazione e processo di standardizzazione. Perché chi vuole bene al calcio non deve avere peli sulla lingua, deve essere libero di dire quello che pensa, deve avere la forza di andare contro, pur cercando di muoversi all'interno dei paletti immancabili del rispetto.
Quel rispetto che almeno su Internet all'Italia, in via generale nel quadro internazionale dell'informazione, ancora manca.