Quando alla vigilia del Mondiale 2006 vergò (absit iniuria verbis) il suo indimenticabile articolo su Buffon, Cannavaro e Lippi (da lui definiti "il bullo, il duro e il tontolone") l'indimenticato ex giornalista Mediaset Paolo Ziliani fece sua una battuta che voleva l'allenatore toscano come meno esperto di calcio di un noto attore americano. Era una cosa così palesemente lontana dalla realtà che il Fato lo smentì nel modo più roboante regalando all'Italia l'ultimo grande successo calcistico, al bullo Buffon il titolo di migliore portiere del Mondiale, al duro Cannavaro (che Ziliani definisce icona gay senza spiegarci se e come le due cose siano legate) il Pallone d'Oro e all'odiato Marcello Lippi il privilegio di aver vinto tutte le massime competizioni mondiali a livello di club e di nazionale, primato arricchitosi negli anni anche con la Champions League asiatica. Quella di mettere insieme notizie,  sussurri e grida per sostenere la propria tesi e attaccare i propri nemici è strategia tanto antica quanto poco edificante: il rischio è di trasformare le proprie antipatie personali in livorose calunnie a danno di personaggi famosi. Se applicassimo lo stesso metodo usato da Ziliani a quanto si legge sulla sua persona in giro per il web, sulla base di mezze calunnie e invettive di celebri calciatori a lui ostili, potremmo scrivere un bell'articolo dal titolo "il bull, il duro e il tontolone" e raggiungere grosso modo lo stesso mediocre risultato da lui raggiunto con quell'inutile articolo contro le future tre colonne del mondiale azzurro. Negli anni Ziliani, soprattutto dopo che la sua odiata Juventus è tornata a vincere, ha progressivamente ritrovato una verve polemica che lo ha di nuovo portato a deformare la realtà, senza rendersi conto di aver spesso passato il segno. Negli ultimi giorni ha sferrato un memorabile attacco all' a.d del Sassuolo Giovanni Carnevali, da lui chiamato "belli capelli" e accusato di essere più o meno succube della Juventus. Sarebbe carino sapere cosa ne pensa Giorgio Squinzi, tifoso milanista, uno dei più ricchi imprenditori italiani, datore di lavoro di Carnevali e manager di successo di prim'ordine sia nel ciclismo (la Mapei fu una delle più grandi squadre mondiale a cavallo degli anni novanta e duemila) che nel calcio (dove giocava il Sassuolo prima di Squinzi?). Peraltro abbiamo cercato su Google un'immagine di Paolo Ziliani e ci siamo resi conto che in quanto ad acconciatura non ha davvero niente da invidiare a "belli capelli" Carnevali. E' di queste ore poi la notizia (che immaginiamo sia frutto di una clamorosa svista editoriale) che in un articolo pubblicato su un quotidiano Ziliani avrebbe accusato il neo vice commissario della FIGC Billy Costacurta di aver superato in juventinismo l'ex bianconero Massimo Mauro. Ora per carità, si può dire tutto: ma se un giocatore che ha vinto 7 scudetti, 5 Supercoppe italiane, 1 Coppa Italia, 5 Champions League (Ziliani hai letto bene: 5), 4 Supercoppe UEFA e 2 Coppe Intercontinentali con la gloriosa maglia rossonera del Milan, viene tacciato di juventinismo in seno alla FIGC, ogni cosa può essere detta, persino che Paolo Ziliani sia un opinionista obiettivo e che Maurizio Pistocchi sia un uomo molto alto. Per amore del calcio italiano: salvate il soldato Ziliani!