Arrigo Sacchi torna a parlare a proposito del serrato duello che vede contrapposte Napoli e Juventus per la conquista dello scudetto 2017/18. E questa volta lo fa intervistato da Il Mattino, ricalcando più o meno i soliti termini di paragone tra le due squadre.

Leggiamo: «Sarri deve andare avanti così, l’unico modo per tenere indietro i bianconeri è che il Napoli tenga alti i suoi valori. Non ci sono top player, non ci sono calciatori che hanno vinto qualcosa di importante. Per molti di loro, è la prima chance a certi livelli. Lo devono al loro tecnico, perché l’organizzazione esalta sempre le individualità».

Il ruolo del Napoli, inteso come società: «Il modello da seguire è proprio la Juventus. L’anno scorso, per esempio, i bianconeri hanno tenuto in panchina Bonucci prima di un match importante di Champions. Era il messaggio giusto. Dal punto di vista delle rose, non c’è paragone. Il gruppo del Napoli è esiguo, sono in 13-14 allo stesso livello. La Juventus, invece, ha 22 calciatori sullo stesso piano».

Il gioco del Napoli, secondo Sacchi: «Una macchina fantastica, ha tutto ciò che mi piace in una formazione che gioca al calcio: è compatta, sinergica, ha una connessione che aumenta la sinergia.Vince con merito e con coraggio».

Sui lamenti di Sarri sulla questione dello giocare dopo
Sacchi consiglia Sarri: «Non è uno svantaggio giocare dopo. A me sarebbe piaciuto, il successo precedente degli antagonisti costringe la tua squadra a vincere. Voglio dire una cosa a Maurizio: non si lamenti più. Del resto, il Napoli può vincere solo con la sua bellezza, deve solo continuare con questo suo lavoro sul campo».

Arrigo prova a trovare somiglianze tra lui e Sarri: «Penso che il tecnico del Napoli viva il calcio come lo vivevo io. Per trent’anni sono andato al cinema una volta sola. E per vedere un film di Tinto Brass. Mi sembrava di sottrarre tempo prezioso al mio lavoro».

Infine Sacchi si pronuncia anche sul Var: «Non può e non potrà mai esistere uno strumento che garantisca zero errori in una partita di calcio. Ma se uno ha meritato, che importa se ha fatto gol per un centimetro in più o in meno?».