Sabato ho seguito in tv lo sproloquio in politichese stretto, fuori dal tempo e privo di qualsiasi contenuto minimamente interessante, di un signore di cui non ricordo il nome, presidente o consigliere di non so cosa - perdonate l'imprecisione - che si propone come capo della nostra federcalcio. Parlava di numeri e percentuali come durante le mie noiosissime riunioni di condominio. 

Domenica pomeriggio invece ho visto Liverpool-Man City. Confezionata come un colossal, nonostante il risultato fosse relativamente importante - poco per la verità -, andata in scena in un ambiente fantastico, ha decisamente mantenuto le attese. E ha di sicuro fatto il giro del mondo aumentando l'appeal di un campionato che pochissimo prima ha anche offerto l'inguardabile Bournemouth -Arsenal.

Ho pensato che il signore del giorno prima, non me ne voglia, e probabilmente nessuno dei suoi concorrenti riusciranno mai a fare si che un simile spettacolo possa svolgersi nella nostra serie A. E non parlo dell'aspetto tecnico e tattico o della qualità del gioco, in verità secondo me discutibile, parlo di organizzazione, di vendibilità di un prodotto. 

Io accuso i governanti del nostro calcio e molti dei presidenti di club di non  aver saputo portare il calcio italiano nell'epoca moderna, e quindi è colpa loro se molti sono portati a denigrare la serie A anche eccessivamente rispetto al suo reale valore. E' colpa loro se facciamo fatica ad attirare campioni ed è colpa loro se il calcio italiano ha perso un sacco di soldi. E' vero, siamo un paese in crisi economica e questo si riflette certamente anche sul nostro sistema calcio ma, per favore, la Spagna non naviga certo nell'oro, ad esempio.

Vogliamo parlare di Berlusconi e Moratti, ex (?) padroni di Milan e Inter, fari del nostro calcio in Europa un tempo e adesso sparite da anni dal calcio che conta? Si sono svenati per le loro creature senza mai dare un'occhiata al futuro, senza un progetto che non fosse quello di strapagare calciatori. E poi se ne sono andati, hanno venduto a proprietà discutibili o imperscrutabili. Non un soldo della montagna  arrivata nel corso degli anni per i diritti tv è stato speso per costruire un nuovo stadio o sistemare seriamente San Siro. Milano è l'unica capitale calcistica Europea che ha due squadre di alto livello e uno stadio solo. Nemmeno Istanbul.  Non è vero amore se non si ha una prospettiva e una visione del domani. Parlo di Milano perchè è la città economicamente più importante del paese e mi va di provocare, ovviamente.

Gli stadi vanno fatti. Priorità calcistica assoluta. Ma ci vuole capacità imprenditoriale, buon senso e serietà, perciò siamo fregati.

Qualcosa si muove, è vero, ma è ancora troppo poco. Molte strutture possono essere sistemate con interventi profondi e razionali. Certo, quando leggo le cifre e le tempistiche dello stadio della Roma rimango stupefatto e perplesso ma... fidiamoci. Milan e Inter non possono esistere ad altissimi livelli con uno stadio solo e per giunta da sistemare, mi sembra ovvio e lampante. Il gioco del Napoli sarebbe ancora più spettacolare se fatto in un San Paolo decente.

Sarò ingenuo ma secondo me Verona-Chievo giocata in un Bentegodi risistemato, senza pista e gradinate che in tv almeno sembrano fatiscenti oltre che vuote farebbe tutta un'altra impressione.
Varrebbe magari, che ne so, Stoke City contro Southampton o Sunderland che la pay tv mi vende a peso d'oro come fosse la sfida del secolo. E poi invece fa addormentare esattamente come qualcuna delle nostre.