L'apertura alle 10 del mattino del 18 aprile della vendita libera dei biglietti per Roma-Liverpool ha determinato un caos pazzesco.
Dalle file di notturne, in tantissimi casi rivelatesi semplicemente inutili, al sistema Internet andato letteralmente in tilt. Alle 10 doveva scattare l'ora x ma nel principale sito di riferimento non era ancora stato caricato un bel niente, almeno non risultava nulla nella schermata. Poi non si riusciva ad entrare. Poi ti diceva posti non disponibili. Addirittura alle 10.05 risultavano solo 51 posti disponibili in una schermata di un sito che indicava i posti ancora vendibili. Misteri della rete.

Ore ed ore innanzi al pc, a cliccare e cliccare. Chi ha delegato a centinaia se non migliaia di km di distanza da Roma, chi si è preso permessi o ferie o chi ha pagato qualcuno per mettersi in fila. In rete le sfuriate dei tifosi ed anche non tifosi, perchè quella partita non interessa solo i tifosi della Roma o del Liverpool ma a chiunque ami il calcio in genere,sono state tante. Ma si sapeva che sarebbe andata così. In tre ore e mezza venduto tutto il vendibile. 
Lo Stadio Olimpico si è rivelato essere troppo piccolo per un simile evento? Non potranno essere soddisfatte le richieste di migliaia di tifosi che dovranno accontentarsi di guardare la partita in TV o forse in piazza,anche se l'effetto Torino non ha lasciato proprio un bel ricordo sul punto in Italia...

Un caos tutto italiano?  Oppure tutto inevitabile non diversamente gestibile? Anche in Inghilterra, Germania, Spagna, Francia, per eventi di una simile portata si registrano situazioni come quelle accadute oggi in Italia? E tanti, veramente tanti, hanno dovuto rinunciare con tristezza.

Insomma Roma-Liverpool è la partita delle partite trainata dall'effetto Roma, quello nato contro il Barcellona... anche per la conquista di un mitico biglietto.