Sarà stata una premonizione o magari un caso, ma nei giorni scorsi mi è venuta voglia di seguire la formazione Primavera del Milan contro il Chievo: partita sofferta, ma vittoriosa, per i rossoneri.

Alla fine del match mi sono chiesto: "Converrebbe a Gattuso il salto in prima squadra?" Attenzione... non mi sono chiesto se sarebbe convenuto al Milan promuovere Rino, ma se sarebbe convenuto a Rino essere promosso.
Sì, perché la società, tanto con la nuova che con la vecchia proprietà, ha inanellato una tale sequenza di castronerie da fare invidia a "Delirium Tremens", chirurgo dalle mani tremolanti, quello che in un episodio del Gruppo TNT si vanta di avere un record del tipo "100 interventi fatti e nessuno riuscito".

Le decisioni strategiche del Milan, insomma, sono diventate da anni decisamente poco strategiche e molto casuali. Nel giocare la carta Gattuso il Milan può averci preso o no, ma qualsiasi cosa accada, per me dovrà essere riportata al caso.
A Rino invece farebbe bene portare a termine un'annata intera, gestendo un gruppo in tutte le fasi della stagione, perché un allenatore può essere bravo a impostare il lavoro in estate, quando c'è serenità, ed essere incapace di gestire le crisi di metà stagione o l'affaticamento che emerge ad aprile. Come può accadere il contrario e, comunque, l'abilità di un tecnico a convivere con il gruppo si vede quantomeno nel medio periodo.

Boh, credo che il solo Gattuso "in corde suo" possa dare la risposta al mio quesito e, per quanto mi riguarda, posso solo augurargli il meglio. La cosa più bella, dai gustosi risvolti umoristici, è il regalone-one-one fatto dalla società all'allenatore esonerato.
Montella viene accompagnato alla porta dopo aver vinto il girone di Europa League con un turno di anticipo e, comunque, dopo una partita pareggiata (non persa) contro un avversario rognoso. Oltretutto la sua squadra, pur non avendo una buona classifica, non è al momento in caduta libera.

In sostanza, l'allenatore dI Pozzuoli esce di scena a testa abbastanza alta, senza dover essere scortato al confine dalle guardie del re, come accadeva nei secoli passati per i ministri impopolari. Qualche fischio e mugugno dei tifosi non deve essere scambiato per il proverbiale "furor di popolo".

Mi chiedo, inoltre, se Mirabelli e Fassone si rendano conto che su di loro non c'è più il parafulmine Montella. Gattuso è troppo ben visto dai tifosi per diventarlo.