Attendevo con ansia questo fine settimana. 

Quattro big match decisivi per il campionato italiano: in ballo Scudetto, Champions e Europa League.
Atalanta - Inter, Milan - Napoli, Roma - Lazio, Juve - Sampdoria. Aggiungiamoci Fiorentina - Spal  e Chievo - Torino, visto che la squadra viola e la squadra granata sono ancora in corsa per un posto in Europa.

Il meglio del calcio italiano concentrato in questi match, sicuramente.
Le birre erano pronte nel frigorifero, il divano era pronto ad accogliermi, l'adrenalina e l'emozione per questo sport che amo erano ad alti livelli.
Il risultato è incredibile, fa quasi paura, mi lascia senza parole: cinque match terminati 0-0. Occasioni da gol praticamente inesistenti, giocate degne di nota quasi zero. Il nulla. La paura di giocare, di scoprirsi, di divertirsi, di attaccare, di segnare. Le gambe scariche di energia.
L'incredibile sensazione dell'accettazione del risultato di 0-0 come un risultato positivo per tutti, perché pareggiare vuol dire non perdere. Vuol dire che si ha giocato bene e non si ha lasciato niente all'avversario.

Ci si limita al compitino, e va bene cosi. Un po' lo specchio dell'Italia, probabilmente.
Che tristezza... Mi fermo, rifletto, guardo gli altri campionati per vedere cosa succede.

In Francia, gol ed emozioni su tutti i campi.
In Inghilterra, un grande match tra Tottenham e City, un Chelsea che vince 3-2 in rimonta, senza considerare le emozioni delle altre partite. E tutti i giocatori che giocano a mille all'ora, che lottano, che si divertono, che danno emozioni agli spettatori allo stadio.

Quanto siamo lontani, cara Serie A, da tutto questo. Quanto sono lontani gli anni in cui eravamo il riferimento per tutti i campionati europei.
La Serie A, sì. Milan, Juve, Inter, Roma, Lazio, Parma, Fiorentina e compagnia. Le sette sorelle. Le partite difficili su tutti i campi, perché ogni squadra lottava e vincere sui campi delle cosiddette "piccole" era comunque difficilissimo.

Fermiamoci tutti un attimo e riflettiamo sullo spettacolo che stiamo proponendo: è basso, è bassissimo. Dobbiamo cambiare mentalità, tutti insieme. Dobbiamo divertirci, dobbiamo emozionarci. Non è un caso che non vinciamo niente in Europa da anni e anni, e per la prima volta guarderemo il Mondiale dal nostro divano di casa da semplici spettatori, ammirando le squadre e i giocatori delle squadre avversarie.

Io ho voglia di Serie A! 
Amo questo sport, amo la passione, amo le emozioni. Ritorniamo a viverle, ritorniamo a divertirci, in questo mondo calcistico italiano che ormai sembra esser in preda alla paura, al nervosismo, alle critiche, al tifo-contro.

Un caro saluto a tutti i tifosi.