È terminato questo 2017 per tutti noi, qualcuno rifletterà su ciò che è stato, altri si chiederanno cosa gli ha lasciato quest’ultimo anno e cosa potranno chiedere a quello venturo. Alcuni di noi penseranno ai propri momenti trascorsi, a quelli indimenticabili e a quelli che, come si suol dire, fanno volume.. ma soprattutto ognuno di noi non potrà esimersi dal pianificare, progettare, fissare nuovi obiettivi e sperare di vederli realizzati. Buon anno a tutti voi, blogger, utenti, tifosi e semplici lettori. 

 

Abbandoniamo la prosa e godiamoci un riassunto generale e accurato su ciò che è stato il 2017 per il Milan.

 

 

ANNO NUOVO, VECCHIE FRAGILITÀ, DALLE INCERTEZZE DEL FUTURO AGLI EROI DI BOLOGNA

L’inizio di 2017 dei rossoneri è più una brusca e severa sveglia da caserma militare che ripristina dubbi e malumori su un ambiente che al cenone di Natale 2016, oltre al panettone, ha goduto di una piacevole pietanza : la Supercoppa Italiana conquistata a Doha ai danni della super Juventus lanciata verso il suo sesto tricolore consecutivo. Sembra cominciare tutto bene, la Befana è benevola con i rossoneri, difatti, al riavvio di campionato, gli uomini di Montella conquistano i tre punti in casa contro il Cagliari nonostante una prestazione decisamente rivedibile ed una condizione ben lontana dalla buona forma atletica, salvati solo negli ultimi minuti da uno scambio fortuito e decisivo tra Lapadula e Bacca che porta proprio quest’ultimo alla rete dopo un digiuno durato 10 match, tutti a casa contenti e consapevoli che certe volte servono solo ed esclusivamente i punti a prescindere dal resto.

 

La lieve gioia per il successo che tiene i rossoneri in corsa per l’Europa viene repentinamente posta nell’ombra dagli sviluppi concernenti le dinamiche societarie: la cordata cinese che da agosto 2016 ha un contratto preliminare in essere per l’acquisizione dell’A.C. Milan sta chiedendo un ulteriore slittamento del closing prefissato dopo aver già saltato l’appuntamento di novembre 2016, il malcontento prende piede nel cuore dei tifosi che temono una permanenza nella gestione economicamente stagnante e ridimensionata degli ultimi anni berlusconiani. Il campo non aiuta, i rossoneri rimontano disperatamente a Torino contro i granata strappando un 2-2 dal sapore amaro, dopo di che incappano in tre sconfitte consecutive contro Napoli, Udinese e Sampdoria, mostrando a pieno titolo la propria confusione tattica condita dal grave infortunio di Bonaventura, costretto a terminare con lauto anticipo la stagione. Il Milan perde posizioni e scivola in un baratro che appare interminabile: la squadra è crollata, adesso è dura andare in Europa e gli ipotetici acquirenti che dovevano salvarti si stanno disgregando mostrando più incertezza che mai. 

 

Il clima è pessimo e non c’è respiro: mercoledì 8 febbraio i rossoneri devono scendere in campo per il recupero della 18º giornata slittata per via dell’impegno pre natalizio in Supercoppa, l’avversario è il Bologna in trasferta allenato da Donadoni, reduce da 7 schiaffi rifilati dal Napoli dei record di Sarri. Il mister dei rossoblu è in una posizione molto delicata e gioca sporco, fin dalla conferenza stampa dall’ambiente bolognese si cerca di mettere pressione emotiva sull’arbitro Doveri citando un ipotetico sfavore inflitto nella gara dell’anno precedente, il prestigio mediatico architettato da Donadoni funziona alla perfezione: nel primo tempo il Milan rimane in 10 per l’espulsione alquanto discutibile di Paletta per seconda ammonizione dopo che Dzemaili gli va palesemente contro alla ricerca dolosa del contatto, la squadra subisce il colpo e non riesce a reagire, patisce le ripartenze del Bologna e, clamorosamente, al 58’ rimane in 9 per l’espulsione di Kucka, anche in questo caso per somma di gialli, il secondo apparirebbe anche plausibile se solo il primo non fosse stato così fiscale e penalizzante per giocatore e squadra. 

 

L’atmosfera è da brividi, il nervosismo regna e i giocatori del Milan iniziano a tirare fuori una rabbia mai vista figlia delle angherie direzionali di una terna arbitrale assolutamente influenzata dal clima creato in settimana, i ragazzi di Montella sembrano in 12! Lottano e provano addirittura ad attaccare fino alla magia del nuovo esterno arrivato in prestito a gennaio : Gerard Deulofeu, lo spagnolo brucia tutta la retroguardia all’89’ e serve un gioiello solo da spingere in porta a Mario Pasalic che non sbaglia, scrive la storia e regala una notte di malinconica emozione e orgoglio rossonero.

 

 

RINCORSE, PROMESSE DI FEDELTÀ E CLOSING TRA PICCOLI FILOTTI E GRANDI BEFFE

La corsa europea dei rossoneri prosegue sul solito sfondo lugubre e dallo scenario horror di un closing che non “close”, ossia, non si chiude. I professionisti del sospetto supportano teorie complottistiche che vedrebbero sempre Berlusconi dietro ai rinvii , qualcuno afferma che i cinesi non esistano, altri che siano solo intermediari dediti al rientro di capitali orientali dello stesso presidente di Fininvest, alcuni asseriscono che qualcuno dentro la cordata si sia defilato e, ora, i soldi per il Milan non ci sono più. Sul campo i rossoneri riescono ad isolarsi dalle voci e portare a casa punti preziosi.

 

Nel mese di febbraio dopo l’impresa di Bologna i ragazzi di Montella strappano un pareggio d’oro a Roma contro la Lazio grazie ad una prodezza di Suso nel finale poi creano un filotto di tre vittorie consecutive sconfiggendo Fiorentina, Sassuolo e Chievo e affidandosi sempre più alle giocate del nuovo idolo Deulofeu. Il piazzamento Europa League appare più vicino anche se l’inseguita Inter di Pioli ben promossa mediaticamente non concede nulla in classifica e il mini-ciclo viene interrotto da una sconfitta più che mai controversa contro i campioni d’Italia allo Juventus Stadium maturata al 94’, quando viene assegnato un discutibile rigore ai danni dei rossoneri sul risultato di 1-1. 

 

Al termine del match, l’uomo più acclamato dalla tifoseria, il giovane portiere Gianluigi Donnarumma, al centro di voci di mercato alimentate dal suo potente procuratore Mino Raiola, si rivolge verso la curva dei supporters del Diavolo e bacia platealmente la propria maglia giurando fedeltà e allontanando le voci che lo vorrebbero proprio in bianconero come erede di Buffon alla scadenza del contratto nel giugno 2018. La delusione è forte ma il gruppo è unito e il suo gioiello del futuro vede solo il Diavolo.

 

 

IL NUOVO CORSO, IL DERBY DELLA SANTA PASQUA E UN’EUROPA CHE TORNA

Basta rinvii, basta voci, basta attese. Nel mese di marzo la società controllata dal neo investitore Yonghong Li emette un comunicato ufficiale in cui annuncia che dopo il versamento di tre caparre, ha ottenuto il finanziamento dal fondo di investimento statunitense Elliot Management per concludere l’ultima tranche del pagamento e acquisire una volta per tutte il 99,93% del capitale di A.C. Milan, interrompendo dopo 31 anni la storia di Silvio Berlusconi. Il tutto si ufficializza il 13 aprile 2017, mentre il campo dice che i rossoneri hanno appena soffiato il sesto posto all’Inter e tra due giorni, in occasione della Pasqua, affronteranno proprio i nerazzurri ad un inedito orario : le 12:30.

 

Il derby è un insieme di emozioni, di ricorrenze storiche e di speranze per una Milano calcistica che vuole tornare grande e solo un posto in Europa League può rappresentare un primo passo verso la risalita. Il primo derby totalmente cinese finisce esattamente come l’ultimo che era cinese solo a metà, infatti, il risultato recita 2-2 e viene sancito solo al 97’ quando Zapata, insacca alle spalle di Handanovic su calcio d’angolo in un’esplosione di gioia rossonera senza fine, considerando che fino al 82’ i nerazzurri erano avanti per 2-0. Romagnoli prima, Zapata poi ,riacciuffano i cugini e rimangono davanti a loro in classifica, intravedendo una certa sorte favorevole nell’arrivo dei nuovi investitori del sol levante.

 

Il finale di campionato è una corsa tra cavalli stanchi e senza più assi nella manica, il quarto e il quinto posto sono già stati occupati da Lazio e Atalanta che di benzina ne hanno ancora e creano un piccolo solco tra loro e quel sesto posto conteso tra Milan, Inter e Fiorentina. Le tre squadre in lotta non riescono a dare l’accelerata decisiva e solo alla penultima di campionato la spuntano i rossoneri che tornano in Europa dopo tre anni di assenza e possono guardare al futuro con fiducia, tra piccoli obiettivi raggiunti e una nuova società che promette grandi cambiamenti.

 

 

UN’ESTATE DA RE, UN FIGLIOL PRODIGO(MA NON TROPPO), DELUSIONI E NUOVE SPERANZE

È finito il campionato ed è iniziata la rivoluzione, l’estate rossonera è frenetica e piena di colpi di scena. Nel mese di giugno dopo l’arrivo dei primi quattro rinforzi si scatena il caso-Donnarumma, il giovane portiere finisce al centro di una vera e propria guerra tra la nuova dirigenza e il potente Carmine Raiola a colpi di dichiarazioni pubbliche e minacce mediatiche, il procuratore annuncia di non voler rinnovare il contratto e scoppia il malcontento popolare tra insulti social e proteste allo stadio in occasione degli europei Under-21, il Milan è sulla bocca di tutti e questo contenzioso è il primo grande ostacolo della nuova dirigenza. 

 

Dopo un mese di schermaglie Donnarumma fa valere la sua volontà di restare con un ingente aumento di stipendio e il tesseramento del fratello Antonio, ex portiere della primavera rossonera. Il caso è risolto o meglio, rimandato. La rivoluzione della nuova coppia Fassone-Mirabelli prosegue a gonfie vele fino alla conclusione del vero grande colpo dell’estate 2017: Leonardo Bonucci. La piazza è pervasa dall’entusiasmo ma, purtroppo il campo è severo nell’emettere il suo verdetto: dopo un buon inizio in campionato e in Europa League, la squadra inizia a crollare sotto i colpi di gravi errori tecnici e di preparazione fisica che in pochi mesi causano l’esonero di Vincenzo Montella, la promozione di Gennaro Gattuso e un forte ridimensionamento delle ambizioni accresciute in estate.

 

Se il campo è crudele, l’ambiente giornalistico è cinico e spietato come la furia Berserk, si susseguono articoli su articoli che minano la credibilità nonché la consistenza patrimoniale del nuovo presidente Yonghong Li. La Uefa boccia il piano pluriennale di Fassone e prepara sanzioni per l’anno venturo. Il Milan diventa l’argomento preferito di tutti e il capro espiatorio di tutti coloro che scaltramente possono mascherare i propri errori lavorando in clima di piena serenità.

 

L’anno si conclude con una risicata qualificazione ai sedicesimi di Europa League, prove calcisticamente drammatiche in campionato(Benevento e Verona, ndr) e una piccola ma grande gioia in Coppa Italia dove i rossoneri eliminano i cugini interisti con una prova di unione e carattere, elemento sempre più visibile nella nuova gestione tecnica di Ringhio Gattuso, il futuro è un enorme punto interrogativo e solo la pazienza saprà svelare a tutti i milanisti cosa sarà di questo 2018.

 

 

Buon anno a tutti i tifosi veri, passionali, sportivi.

 

 

LM