Nell'attesa di conoscere il risultato di quella che forse potrebbe essere la partita dell'anno (Juventus-Napoli) e non approfittando dei 23° e di una bellissima giornata di sole per farmi una corsetta o anche solo per "uscire il cane", mi sono deciso a guardare Chievo-Inter senza nessuna pretesa né angoscia, consapevole del fatto che l'Inter avrebbe fatto risultato, più che per la differenza di qualità, data l'importanza di rimanere in corsa per Champions League dopo la vittoria della Roma.

Tralasciando il fatto che non sono riuscito a vedere in diretta né il gol di Icardi, né quello di Perisic (NB: il mio caso andrebbe studiato in modo approfondito e scientifico, dato che riesco a perdere, per futili motivi - chiamate al telefono, campanelli molesti, bisogni fisiologici ... -  tra il 40 e il 45% dei gol segnati dai nerazzurri, manco fossi il mitico Maestro Alan Tonetti), ma solamente quello di Stepinski (ovviamente il mio disturbo si riferisce solamente ai gol segnati dall'Inter e non a quelli subiti: quelli li vedo tutti), di questa partita non saprei cosa salvare. L'Inter ha subito più del dovuto, è stata fortunata sul palo colpito da una volé di un Musso volante nel primo tempo, e non mi è parsa molto brillante, rapida nelle transizioni, organizzata. Non che tutto sia da buttare: tre punti, gol di Icardi (su spunto di Brozovic), il tocco raffinhato di Rafinha per il gol di Perisic, parate di Handanovic e solidità di Skriniar.

Tuttavia: può l'Iinter giocare contro la Juve con Cancelo e Karamoh, una fascia destra di (quasi) solo attacco? Chi far giocare assieme a EpicBrozo (se non erro è da un errore del subentrato Vecino che ha avuto inizio l'azione gol del Chievo)? Il triangolo Brozovic-Rafinha-Valero (quello di oggi, tanto per dire) può avere la meglio su Khedira-Matuidi-Pjanic? D'Ambrosio contro Douglas Costa è una garanzia? Certo, se Icardi vedesse bene la porta di Buffon come l'ha sempre vista sarebbe già qualcosa. I problemi per lo SpallettOne non sembrano mancare.

Mi sbilancio un pochino: problema deriva dal greco πρόβλημα, un sostantivo che significa sia "ostacolo" sia "promontorio", a partire da un verbo (προβάλλω) la cui traduzione è "gettare in avanti", e quindi: pro-gettare. Ogni progetto prevede problemi. Il fattore decisivo è in primis rilevarli e quindi comprendere come un problema non sia solo un ostacolo ma soprattutto un "promontorio": un luogo sopraelevato grazie al quale sia possbile delineare nuove soluzioni, nuove vie. Se è pur vero che rari nantes in questo gurgite vasto di problemi, allo stesso tempo si delinea all'orizzonte un oceano di nuove soluzioni e prospettive: la squadra deve capirl; deve agguantarle, senza affondare e affogare. Non solo problemi-ostacoli (come da tradizione interista) ma soprattutto problemi-possibilità. I punti di domanda sono numerosi, i punti in palio solo 3: se l'Inter vuole la Champions, deve dimostrare di essere da Champions, molto più di oggi

I 23° ci sono ancora, il sole anche. C'è pure un po' di venticello. Mi metto le scarpe, prendo il pallone, "esco il cane" e vado a fare quello che forse avrei dovuto fare al posto di vedere la partita di oggi. E di perdermi i gol.