È innegabile, la batosta di Cardiff con annessi e connessi ha determinato un momento di scoramento all'interno dell'ambiente Juventino.

L'annuncio di un rientro di Alex in società, magari come uomo immagine o ambasciatore nel Mondo rappresenterebbe una sferzata di entusiasmo capace di scuotere in positivo tutto l'ambiente, che si ricompatterebbe intorno al simbolo per eccellenza del mondo e dello stile Juventus.
Magari sarebbe anche un modo per veicolare il nuovo marchio, che addosso a lui, ne sono certo, farebbe cambiare idea anche ai più scettici.

Alex non è una bandiera, Alex non è una leggenda, Alex è lo spirito e l'essenza della nostra gloriosa squadra.

Ho apprezzato da sportivo l'emotività contagiosa del saluto di Totti ai suoi tifosi, ho visto l'intera cerimonia commuovendomi a mia volta e lungi da me l'idea di stabilire chi tra Francesco e Alex fosse il più forte.
Ma il saluto di Alex? Lo avete visto? Durante Juve-Atalanta, durante la partita, un giro di campo silenzioso e composto con la sua gente che piangeva manco fosse ad un funerale.
Un funerale all'inglese però, composto, silenzioso, rispettoso. Io sul divano di casa non riuscivo a smettere di piangere, ma non era dolore, era ringraziamento: per quello che ha fatto per la Juve, per quello che ha detto e per quello che non ha mai detto, per le sue punizioni, per i suoi tiri a giro, per i jollini sui calzerotti, per la sua lingua fuori, per il gol contro il Bari dopo la morte del padre e per il calcio successivo al tabellone pubblicitario.
Ecco noi tifosi juventini siamo spesso tacciati di tifare per la Signora perché vince e che tra di noi si nascondono per questo molti non veri tifosi. 
Forse è parzialmente vero, ma il test è semplice: i tifosi della Juve si dividono in quelli che hanno pianto a dirotto quel giorno davanti al televisore o allo stadio e quelli che non lo hanno fatto.

Voi da che parte stavate?