Anni bui. La gloriosa epoca dei Tassotti, Maldini, Serginho e Cafù è terminata ormai da tempo. Sembra strano dirlo, ma c'è stato un lungo e glorioso periodo in cui da quelle parti, ai lati della difesa, di problemi non ce n'erano, e nessuno poteva criticare le giocate, gli assist e i gol di bandiere che hanno reso grande il Milan. Dopo, il buio. Da Taiwo a De Sciglio, passando per Armero, il club rossonero soffre da anni la mancanza di un vero terzino in grado di dare fluidità alla manovra e di essere elemento fondamentale sia in fase difensiva che realizzativa. Eppure questo ruolo è sempre più importante nel calcio moderno; basti vedere le folli spese del Manchester City per assicurarsi Mendy, Walker e Danilo. La scorsa dirigenza, invece, tra i mille problemi relativi alla squadra, sembrava non curarsi di quella zona del campo, sempre più scoperta e disadorna di campioni in grado di fare la differenza, o anche, semplicemente, di elementi in grado di ricoprire egregiamente il proprio compito.

Da dove ripartire. La nuova dirigenza, invece, non ha perso tempo. Appena approdata a Casa Milan, qando ancora attorno a sé aleggiava un clima di mistero e diffidenza, ha contattato il Wolfsburg e l'entourage di Ricardo Rodriguez, uno dei terzini più promettenti sul mercato. Qualche settimana, una trattativa che sembrava già in porto dall'inzio e due firme. Rodriguez è rossonero. Il numero 68 è un terzino completo, dotato di un fisico prorompente, che lo rende ottimo nel gioco aereo e, quindi, utilizzabile sia nella difesa a quattro che nella difesa a tre (sia come esterno di centrocampo, sia come terzo a sinistra dei tre nella retroguardia), dalla grande velocità e dal piede ben educato, che gli permette di sfornare assist al bacio (vedi Bayern) e di occuparsi dei calci piazzati (vedi Craiova). Insomma, è un terzino più che completo, ed è sicuramente tra gli uomini da cui ripartire per tornare grandi.

Gli altri. Fassone e Mirabelli hanno sapientemente e brillantemente puntellato il reparto terzini del nuovo Milan, rendendolo compatto e trasformandolo, in prospettiva, in uno dei migliori della Serie A. Conti, Antonelli, Rodriguez e Abate, un mix di esperienza, giovane età (e quindi prospettiva) e sicurezza. Senza dimenticarsi del giovane Calabria, altro giovane di grande valore della "cantera" rossonera, che con loro potrà sicuramente, migliorare esponenzialmente.
Ottimo lavoro, dunque, sperando che proprio la zona del campo che più ha sofferto nel corso degli ultimi anni possa essere il punto di partenza per un nuovo, grande ed europeo Milan.

 

Andrea Roderi