Nella settimana delle incredibili rimonte europee, la teoria del calcio come scienza perfetta è difficilmente confutabile. Uno dei pochi assiomi di questo sport afferma però che non è possibile, e probabilmente non lo sarà mai, vincere senza segnare. Lo sa bene l'Inter di Spalletti, che inanella il terzo zero consecutivo alla voce "gol segnati" (non accadeva dal 2012) e raccoglie il secondo punto nelle ultime tre partite giocate. Stesso dato per l'Atalanta, che non vince dal 2-0 casalingo contro l'Udinese e che sta lentamente lasciando passare il treno Europa.

Inter con la difesa a tre

Gasperini, privo dell'infortunato Ilicic e dello squalificato Petagna, si affida al talento giovane di Musa Barrow, classe '98 che ha già messo insieme 23 gol con la Primavera nerazzurra, al suo fianco l'esperienza del Papu Gomez. Solo panchina per Cornelius. Dall'altra parte, Spalletti, che deve rinunciare all'acciaccato Candreva (in panchina per tutti i 90') e allo squalificato Brozovic, propone un innovativo 3-4-2-1, disponendo i suoi a specchio rispetto agli avversari per evitare l'inferiorità numerica in mezzo al campo. Gli interpreti del nuovo modulo sono pressochè gli stessi, con le uniche due novità rappresentate da Santon, largo a destra tra i quattro di centrocampo, e da Borja Valero, che si riprende, almeno per una sera, le chiavi della mediana nerazzurra. Pronti-via e gli ospiti già sbandano. Cancelo sale troppo tardi sul suggerimento di Cristante per Gomez che, a tu per tu con Handanovic, riesce nella difficile impresa di non centrare il bersaglio grosso. L'Inter non sembra riuscire a calarsi perfettamente nei nuovi panni cuciti su misura da Spalletti e i padroni di casa ne approfittano, portando un pressing altissimo che mette in difficoltà i portatori di palla nerazzurri. Al 19' è Barrow a mettere i brividi ad Handanovic, bruciando Miranda sulla corsa e presentandosi a tu per tu con il numero 1 sloveno, che è superlativo nel mettere in angolo. Passano 5' ed ancora una volta l'Atalanta si fa capolino dalle parti dell'estremo difensore nerazzurro. Questa volta con Freuler, che ruba il tempo a Gagliardini e Borja Valero ma non riesce ad impensierire più di tanto Handanovic. Ciò che Spalletti voleva evitare, cioè l'inferiorità numerica a centrocampo, si concretizza sotto i suoi occhi per i meriti di De Roon, Freuler e Cristante, che non danno punti di riferimento ed appaiono come fantasmi tra le linee. Tra il 27' ed il 30' è ancora Barrow ad avere, prima sul piede e poi sulla testa, la chanche del vantaggio. La sua girata col destro trova però solo l'esterno della rete, mentre l'avvitamento sul cross del Papu viene neutralizzato da Handanovic. Dopo una mezz'ora passata ad incassare, gli ospiti riescono a mettere il naso fuori dalla propria metà campo, rendendosi pericolosi in un paio di circostanze con Perisic, tra i più propositivi. La sua conclusione mancina su assist di Rafinha trova però i riflessi di Berisha, mentre, pochi minuti dopo, il suo diagonale da buona posizione sibila accanto al palo e si perde sul fondo.

L'Inter ci prova

Nella seconda frazione, il baricentro dell'Atalanta si abbassa inevitabilmente e l'Inter prova ad approfittarne. E' il 16' quando Santon arriva indisturbato al limite dell'area, ma il suo destro non trova di poco lo specchio. I bergamaschi faticano a ripartire, anche perchè davanti Cornelius (subentrato al 46' al posto di Barrow) non riesce a garantire profondità. Anche Spalletti prova ad attingere forze fresche dalla panchina, inserendo Eder al posto di Rafinha, che, poco prima di uscire, sparacchia malamente in curva un pallone d'oro offertogli da Icardi. Il finale non regala emozioni, eccezion fatta per un siluro su punizione di Eder che Berisha è bravo a respingere ed una conclusione di Gagliardini che finisce di poco larga. Il triplice fischio di Doveri consegna cosi un punto ad entrambe. L'Atalanta sale cosi a quota 49, a -3 dal Milan e -1 dalla Fiorentina che domani avranno la possibilità di allungare, mentre l'Inter aggancia le romane a 60, in attesa di un derby che potrebbe essere fondamentale per la qualificazione alla Champions.