Il suo è stato tra i casi più caldi dell'estate: il continuo braccio di ferro tra Gigio Donnarumma (coadiuvato dal suo fido procuratore Mino Raiola) e il Milan. Da una parte, il desiderio del giocatore di emigrare verso altri lidi. Dall'altra, la volontà dei rossoneri di tenere a Milano quello che era stato ribattezzato come "capitan futuro", l'enfant prodige. Alla fine: contratto rinnovato, stipendio-monstre per il baby fenomeno campano e sistemazione a Milanello anche del fratello Antonio, terzo portiere, che probabilmente avrebbe sfigurato anche in Lega Pro (e che invece, grazie al fratellino, ora può contare su uno stipendio di un milione all'anno). E scusate se è poco!

Evidentemente sì, è poco per Gigio & Mino. Sembrava pace fatta? E invece Raiola, vero regista delle trame estive, è tornato alla carica, chiedendo (udite udite!) l'annullamento del contratto del suo figlioccio (calcisticamente parlando). Il motivo? Donnarumma avrebbe firmato il rinnovo del contratto perché sottoposto a pressioni psicologiche, non quindi nello stato di serentià che avrebbe desiderato. A riportare l'indiscrezione, il Corriere della Sera.

Diverse le mail inviate dal procuratore agli avvocati milanisti con la richiesta dell'annullamento del contratto. Domanda a cui ha fatto seguito l'invio di un documento, da parte dello stesso Donnarumma, in cui il giocatore fa eco a quando sostenuto da Raiola.
Obiettivo della coppia? Il trasferimento di Gigio all'estero. Meta più indicata: il PSG delle star, favorito anche sul Real Madrid, destinazione su cui Raiola puntava invece l'estate scorsa.