Come se fosse caduto il governo, le testate giornalistiche sportive dedicano lunghe chiacchierate al mancato rinnovo del contratto di Gigio Donnarumma.
La "bandiera" del nuovo Milan, eletto a bandiera dopo due stagioni di militanza, si è ammainato da solo.

Il punto è, secondo me, che le bandiere si vanno creando, nel calcio, dopo diverse stagioni di appartenenza ad un club, dimostrando di aver individuato in una squadra "casa propria". Questo non è stato per il ragazzotto Donnarumma che, né lento né zoppo, si è scelto il procuratore che è il lucratore dei lucratori, ovvero Mino Raiola, neanche maggiorenne.
Ora, questi "mostri" di giocatori sono, a mio avviso, creati dalle società stesse, che "sposano" i giocatori senza neanche preoccuparsi del loro gradimento al matrimonio (Berlusconi lo aveva prenotato per vent'anni); e sono creati dalla stampa, che eleva al cubo il valore di chiunque attenzioni in un certo modo.

Qualcuno veramente pensava che il caimano Raiola avrebbe permesso che un suo assistito diventasse la bandiera di un club? E chi lo schioda più poi da quella situazione? Dopo aver sudato, sofferto e gioito con dei colori da "bandiera", come fai poi a vampirizzare una società, sedendoti al tavolo delle trattative? Con che faccia, poi, la bandiera cambia squadra per questioni venali?
Nessun assistito di Raiola diventa bandiera in un club.
Se sta per succedere, Raiola gli fa cambiare aria. Semplice, no?
Secondo me, tutte le altre chiacchiere lasciano il tempo che trovano, compresi i predicozzi di tanti ex giocatori al ragazzotto... che alle bandiere di club, preferisce la bandiera battente di un futuro yacht!