Nella Serie A ci sono 20 squadre. Cosa che viene continuamente demonizzata, come se fosse questo il problema del nostro massimo Campionato. Quando è noto a tutti che questo è lo stesso numero che si registra nei principali Campionati d'Europa.

Il problema è la qualità, il problema è la mancata distribuzione delle ricchezze, il problema è l'eccessivo dispendio di danaro, i giocatori pagati troppo per quanto realmente valgono o possono valere. Se il caso Alessandria poteva sembrare una piccola e meravigliosa eccezione, il Pordenone, dopo aver sconfitto il Cagliari e meritato di vincere contro l'Inter, contro la quale ha perso solo ai calci di rigori, conferma che qualcosa sta accadendo. Qualcosa di enorme.

Un qualcosa su cui riflettere profondamente. Non è solo un fattore di approccio o superficialità o della supercavolata del secolo di sentirsi sfidati. Ma che effettivamente giocatori di Serie A valgono meno di quelli di serie C che potrebbero benissimo giocare in Serie A.

Il Pordenone che si è visto in campo contro il Cagliari e l'Inter è da Serie A e pensiamo che si tratta di una formazione che è piazzata al quinto posto nel suo girone. E se prendiamo il Padova, il Lecce o il Livorno, rispettive prime in classifica nei propri gironi, farebbero meno o peggio di squadre come il Benevento, il Crotone, o del Milan, in Serie A?

Abbiamo giocatori sopravvalutati, pagati in eccesso, troppo per quanto valgono e rendono. Il danaro ha dopato la Serie A, ha costruito vip e non giocatori, e la responsabilità è di tutti non solo dei procuratori, delle società, ma del sistema, dei media, del circo calcio, va ridimensionato tutto, e forse è anche per questo motivo che la Nazionale è stata buttata fuori dai mondiali, meglio mandare la prossima volta una selezione di Serie B o Lega Pro se non del calcio dilettanti, farebbero fare miglior figura all'Italia perchè darebbero tutto per la maglia, per il calcio.

Meno vip e più calciatori, meno danaro e più passione.