Sono uno che segue il calcio, ma non solo nostrano, vario dalla Serie A, al campionato cileno, a quello argentino, brasiliano, cinese, Usa, più tutti quelli europei come Inghilterra, Germania, Spagna.
Noto sempre e solo la stessa differenza: la velocità di gioco. Già, quando vedo le partite noto sempre la differenza tra il calcio italiano, molto e troppo tecnico, giocatori che non sanno fare un passaggio preciso, scambiare in velocità, fare una treccia ( per chi ha giocato sa cosa intendo), fare una azione in velocità.
Poi passi ad altri campionati e ti accorgi che solo la Serie A è così lenta, troppo lenta, portando ad addormentarti a partita in corso, quando vedi certe partite da 0 - 0 più noiose della noia stessa. Due conclusioni nell'arco di novanta minuti, cose che non ho mai visto fare in altri paesi.
Partite acchittate (come Sassuolo e Bologna che pareggiano nel più dei casi) per non farsi del male. Mentre in altri campionati ci sono squadre che affossano fino a quando possono gli avversari. In Italia se una squadra arriva al 3-0 o 4-0 rallenta per non infierire su gli avversari, e in quello poche volte che ci sono state delle goleade c'è sempre stato un accenno di rissa (ricordo quel Roma - Catania 7 - 0 ), mentre ripeto in molti campionati fino al 90' si spinge per segnare, anche se il risultato è già abbondantemente pesante.

In Italia vedo molta melina, troppa melina, quando mancano dieci minuti dal termine, mentre in altri paesi la fanno (sempre se succede) a due, massimo tre minuti dal fischio finale.
Perché il modo di giocare non viene portato ai livelli degli altri campionati mondiali? Perché si continua ad affidarsi alla tecnica invece che al cambiare radicalmente il modo di giocare, portando velocità e giocate da urlo, come in Spagna e Inghilterra. Cos'ha il nostro calcio che non riesce a scrollarsi di dosso l'etichetta di calcio pesante? Mentre il resto del mondo va a 1000 all'ora?
Il nostro calcio sembra una persona di 100 anni che ha vissuto un passato importante, ma che poi si è lasciato andare, cadendo sotto i colpi dei nemici, che hanno preso padronanza lasciandolo come uno schiavo a leccarsi le ferite, che ancora oggi non sono riuscite a rimarginare. Non parlo di soldi, perché il calcio è fatto solo da quelli adesso, quindi i migliori vanno dove tira la moneta (non ho mai visto uno rifiutare in questi ultimo 10 anni un contratto vantaggioso per restare dov'era), ma quello che non entra in testa alle nostre società e di mettersi al pari del resto delle squadre europee.
Le squadre italiane dovrebbero cominciare a puntare forte sui giovani del vivaio, inserendoli nel contesto, facendoli maturare, lanciandoli senza avere timore.
Così come sono nati i Del Piero, Totti, Zola, Pirlo ecc. Sento molti che dicono: "Di questo ne nasce uno ogni 50 anni".
Io non credo sia così, visto che molti primavera in questi ultimi anno hanno fatto molto bene, ma al momento di metterli in prima squadra gli si preferisce un prestito, mentre il puntare fin da subito è la cosa più giusta, un giovane impara molto di più in prima squadra, che in prestito ad una provinciale, visto che una annata storta ne delimita la carriera.

Ne ho visti molte di giovani promesse, finite nel dimenticatoio dopo solo una stagione di prestito andata a male. Quindi come fa il Barcellona in primis, ma ce ne sono molte che seguono lo stile catalano, puntiamo sui giovani primavera e ricostruiamo un calcio che sta andando sempre più in basso nelle gratuatorie europee.