Il calcio in Galles non é proprio in cima alle preferenze di appassionati e madri che vogliono far praticare uno sport ai propri figlioletti. A queste latitudini é il rugby a farla da padrone, anche se non mancano realtà cittadine in cui il Football ha avuto un successo esponenziale: basti pensare a Swansea o Cardiff, le cui squadre di calcio sono, rispettivamente, in Premier League e in Championship, ossia i primi due livelli del calcio inglese. Sí, perché queste squadre, insieme ad altre come Wrexham e Newport Country, pur essendo gallesi, sono state ammesse nella piramide calciatica inglese, grazie alla loro forza non solo sportiva, ma soprattutto economica. Dato che, come dice il proverbio, quando il gatto non c'é, i topi ballano, questa sorta di vuoto di potere si trasformó in un'occasione d'oro per altri club, che poterono approfittare dell'assenza di squadre come Swansea e Cardiff per fare man bassa di trofei a livello nazionale. Tra questi, salí alla ribalta a metà anni novanta il Barry Town, club dell'omonima città situata ad una manciata di chilometri ad ovest proprio da Cardiff. E questo, come avete potuto già intendere da voi, non fu un fatto positivo. L'escalation dei "Dragons" cominció nella stagione 1993/94, quando, da squadra ancora semiprofessionista, vinse incredibilmente quattro trofei in un anno, tra cui il campionato di Serie B gallese (la allora Welsh League), che gli permise la promozione nella massima serie, ponendo le basi del dominio incontrastato a livello nazionale che caratterizzò gli anni avvenire. Il Barry Town vinse campionati su campionati, coppe su coppe, senza incontrare ostacoli, e disintegrando qualsiasi record: nelle stagioni 1995/96 e in quella successiva fece registrare il record di punti della storia - rispettivamente 105 e 103 - non solo del Galles, ma di tutta l'Europa (meglio anche di Celtic Glasgow e Juventus che, si sa, non fanno parte di campionati troppo equilibrati). La favola di questo club sembra inarrestabile, tanto che anche nelle competizioni europee portó in alto il vessillo del Galles grazie a memorabili imprese, come quella che da' il titolo a questo articolo. Il Barry, non pago di essere stato il primo club gallese a superare un turno di una coppa europea nel 1996/97 (anzi due turni, della vecchia Coppa Uefa, arrivando a dare del filo da torcere ai ben piú quotati scozzesi dell'Aberdeen, contro cui ci fu la cosidetta "Battle of Britain": vi lascio immaginare la pressione), superó se stessa nel 2001/02, quando passó il turno in Champions e si imbatté nei pentacampioni portoghesi del Porto, soprannominati, per un gioco del destino, Dragões. L'andata si giocó in Portogallo: ora, provate ad immaginare quali sensazioni, quali emozioni, quali ansie potessero aver provato i giocatori del minuscolo e sconosciuto Barry Town, abituati a giocare di fronte a 400/500 persone, al cospetto di uno stadio da 50 mila spettatori gremito in ogni angolo di posto. La risposta ve la puó dare il risultato finale: 8a0 per il Porto. Ma non é questo che ci preme sottolineare, quanto piuttosto ció che accadde una settimana dopo in Galles. Come all'andata, anche in questa occasione lo stadio era tutto esaurito, poco piú di tre mila anime, pessimiste di fronte all'impari sfida che aspettava i loro beniamini. E invece fu 3a1 per il Barry Town, che naturalmente venne eliminata, ma contro quegli stessi giocatori che alcuni anni dopo avrebbero alzato la coppa dalle grandi orecchie con in panchina José Mourinho. La gioia dei tifosi fu immensa, ma fu l'apice di una favola destinata a concludersi. La vicinanza con Cardiff e con il Cardiff City, come abbiamo detto, non aiutava la crescita a livello europeo del lillipuzziano Barry, in quanto il bacino d'utenza della tifoseria non superó mai le poche migliaia di unità, e gli abitanti limitrofi preferivano evidentemente gustarsi una partita di cadetteria inglese piuttosto che aiutare il club a migliorarsi di anno in anno in campo europeo e, cosa non di poco conto, a permettere di pagare puntualmente gli stipendi a giocatori professionisti. Tutto ció nonostante l'infinito amore dimostrato dai pochi, ma fedelissimi supporters dei Dragons, che in più di un'occasione si fecero avanti per rilevare il club ed evitare la bancarotta. Ma i problemi economici, sommati all'incompetenza del presidente Stuart Lovering (delle cui malefatte bisognerebbe scrivere un altro articolo), fecero precipitare i Dragoni Gallesi nel baratro delle serie minori da cui, piano piano, a fatica, dopo mille tribolazioni, si sta risollevando. Aspettando un giorno chissà, di potersi prendere la rivincita contro i Dragoni di O'Porto.