Se non sapessimo che si sta parlando della Juve (e quindi di una società forte e organizzata) a volte sembra quasi che si brancoli nel buio.
Si è capito che Bonucci aveva deciso di andare via già nell'immediato post Cardiff ma, ad oggi, non si capiscono le intenzioni della società.
Sarà sostituito da un altro top, da un giovane o si ripiegherà su una soluzione interna?

Dubbi legittimi se confrontati su quanto si è visto in passato in analoghe situazioni. Infatti, mi preme sottolineare come la Juve, nelle scorse stagioni, non abbia rimpiazzato partenze “illustri” con giocatori che, in qualche modo, avessero le stesse caratteristiche tecniche.
E' stato così per Pirlo, Vidal o Pogba, per esempio. Aggiungo che lo scorso anno, a domanda su chi fosse il sostituto di Pogba, Marotta rispose Pjanic (e non sorprende che oggi si cerchino muscoli a centrocampo).
Oppure ricordo un estate a cercare Draxler (per dare il trequartista che voleva al mister) per poi tornare con Hernanes.
Per non parlare di Rincon, preso a gennaio per ben 9 milioni e finito già sul mercato. Ora, che non vadano a sbandierare in giro le loro intenzioni è chiaro, ma è altrettanto evidente come, a volte, la Juve porti alla lunga certe “valutazioni” per poi ripiegare, in tutta fretta, su profili che poco hanno a che fare con le caratteristiche di chi si è lasciato partire (e il modulo conta fino ad un certo punto se è vero che Allegri ne cambia giusto un paio l'anno).

Nonostante le vittorie che mettono al riparo la Società da qualsivoglia critica, bisogna comunque registrare come nel tempo la Juve, di fatto, abbia depotenziato il centrocampo (complice anche la guida tecnica) e oggi, di fronte alla partenza di due giocatori in difesa, tra i migliori al mondo nei rispettivi ruoli, non si registrano ancora acquisti in grado di poter garantire lo stesso rendimento.
Considerato che, prima o poi, l’Inter, “indovinerà” l’ennesimo progetto di rilancio, il Milan sta facendo un mercato eccezionale, il Napoli e la Roma son sempre lì, agguerrite, quest’anno potrebbero esserci le premesse per assistere ad un campionato finalmente competitivo, dove anche il più piccolo errore in sede di programmazione potrebbe rivelarsi determinante ai fini del raggiungimento degli obiettivi stagionali.