Per il secondo anno consecutivo il PSG abbandona la Champions League agli ottavi di finale: dopo la rocambolesca eliminazione patita contro il Barcellona la passata stagione, quest’anno il sodalizio parigino è caduto vittima del Real Madrid; non c’è proprio stata storia nelle due partite, fatta eccezione per i primi minuti della partita di andata, quando il PSG passò momentaneamente in vantaggio: il Real ha meritato nettamente una qualificazione che la porta, qualora ci fossero stati dubbi, ancora tra le favorite per il successo finale.

Vincere contro il Real Madrid non è cosa assolutamente semplice: tutti conosciamo la qualità dei “blancos”, squadra che da anni annovera in rosa gli stessi elementi di grandissima qualità e con una sorta di alone mistico che la precede quando gioca in europa; detto questo, è indubbio che a Parigi, soprattutto dopo la sontuosa campagna acquisti dell’ultima estate, si aspettassero perlomeno di mettere in difficoltà il Real, cosa che non è assolutamente stata.

Con la scorsa campagna acquisti, sono stati 935 i milioni di euro investiti sul mercato da quando il “Qatar Sport Investments", fondo che detiene la proprietà della squadra parigina, ne ha preso il controllo: tanti soldi, spesi con il tacito assenso degli organi europei che dovrebbero vigilare sul cosiddetto “fair play finanziario” e velata arroganza nei confronti di club che, quei paletti, non li possono aggirare perché non ne hanno gli strumenti; ma a cosa son serviti, ad oggi, tutti questi capitali investiti ? nulla, o comunque poco. Perché se da un lato il PSG è il dominatore pressoché assoluto (Monaco permettendo) della Ligue1 francese: campionato peraltro a bassissimo tasso di competitività e in cui si è scavato un vero e proprio baratro tra PSG e concorrenti, dall’altro il sodalizio parigino non è mai andato oltre i quarti di finale di Champions, da quando è gestito dal fondo qatariota.

Sappiamo tutti quanto sia complesso arrivare in finale e vincere la Champions ma è altrettanto indubbio di come, in questi anni, non vi sia nemmeno stato il segno di una minima progressione da parte del sodalizio parigino che, non appena è incappato in avversari blasonati, ha alzato bandiera bianca. A testimonianza che i soldi possono comprare tutto tranne il blasone, la storia di una squadra e la mentalità: caratteristiche fondamentali per proseguire in modo vittorioso il cammino europeo; cosa ha creato quindi Al Khelafi ? fino ad oggi un’autentica “prigione dorata”, in cui i calciatori, strapagati ai loro precedenti club e con stipendi da capogiro, spesso decidono di stabilircisi, rinunciando anche a offerte di club più blasonati ma che li porterebbero a guadagnare meno di quanto non facciano oggi. Una prigione in cui, ad esempio, un calciatore come Verratti che dovrebbe essere il futuro del calcio italiano, sta compiendo un autentico e preoccupante percorso involutivo e l’espulsione nella partita di ieri sera è la conferma del periodo poco felice che sta attraversando il centrocampista azzurro.

Nemmeno il faraonico acquisto estivo di Neymar, ieri assente, sembra aver dato un’impronta diversa a questo PSG: anzi, le continue voci di uno spogliatoio nettamente spaccato tra l’anima “brasiliana” della squadra e il resto del gruppo testimoniano una situazione che, a mio avviso, nemmeno un “guru” della panchina dato in arrivo per l’estate a rincalzare Unai Emery, riuscirebbe a risolvere con facilità.

L’impressione è proprio che, al di là degli acquisti faraonici e degli stipendi da nababbi, non ci sia una progettualità vera per questa squadra: discorso diverso per il Manchester City, altra squadra in mano agli emiri e incline ad investimenti pesanti ma che tuttavia, ricostruendo il blocco tecnico-dirigenziale del Barcellona che, qualche anno fa, ammaliò il mondo, credo proprio che ben presto inizierà a raccogliere i primi frutti degli investimenti fatti.

Cosa avverrà nel futuro prossimo del PSG è facile da immaginare: una nuova pioggia di milioni è pronta ad abbattersi sui mercati per tentare nuovamente l’assalto europeo; in questa pioggia di milioni è compresa anche la ricerca di un nuovo allenatore (Conte e Simeone sembrano i primi indiziati), ma siam così sicuri possa bastare tutto questo ? lo storico degli ultimi anni ci dice il contrario.