È nata una stella... anzi no facciamo un passo indietro, può nascere una stella.
Oltrepassando ogni abituale espressione giornalistica da prima pagina è esattamente l'effetto di una stella quello che suscita nel pubblico l'incipit della favola di nome Pietro Pellegri
Quando lo vedi in campo la prima domanda che rivolgi al tuo compagno di partita è: "Chi é quello? " e quando ti viene detto il suo nome ti domandi da che squadra lo abbia acquistato il Genoa poi ti rammenti della sua prestazione di fine stagione scorsa quando al calare di campionato diede molti pensieri alla difesa della Roma e colleghi che è il giovane classe 2001 per cui Walter Sabatini stava per stipulare con Preziosi un accordo pluriennale da 60 milioni di euro comprendente anche l'altro prospetto del vivaio del Grifone Eddy Salcedo, ti ricordi che il Milan ha provato a bloccarlo l'ultimo giorno di mercato ottenendo una semplice intesa verbale con il suo procuratore Giuseppe Riso, ti ricordi che anche Marotta ammicca da tempo a questo 16enne e poi, cosa assai più rilevante, ti ricordi che stiamo parlando di calcio e la cosa genera turbamenti assai motivati.

Tra le varie cose che uno può ricordare spiccano innanzitutto i suoi predecessori rivelatisi meteore momentanee, talenti grezzi ancora da comprendere, oppure più semplicemente giocatori di buon livello senza avvicinarsi troppo all'olimpo dei calciatori occupato da chi ha scritto la storia di questo sport.
La lista di nomi può srotolarsi ad libitum, ci possiamo limitare a citare i più noti Mario Balotelli, Andrea Petagna, Alberto Paloschi, Mattia Destro.. oppure meteore internazionali come Hachim Mastour, Martin Ødegaard, Alen Halilovic fino al più recente Gabriel Barbosa e, se vogliamo rimanere nel campionato nostrano, non dimentichiamoci la fiaba bruscamente interrotta di Francesco Grandolfo che a 19 anni segnò una tripletta in Serie A con la maglia del Bari nel 2011 contro il Bologna facendo spendere fiumi di inchiostro per poi non confermare il suo talento, spezzato anche dalle vicende societarie del suo club che però non rappresentano il tema di questo articolo e su cui dunque è inutile soffermarsi.

Uno sguardo al passato ed un rapido ritorno al presente, il presente composto da sciacalli e sceicchi, da cosiddetti uomini da backstage, nascosti e celati dietro l'arida carta dei contratti che non aspettano altro che arraffare compensi smisurati sulle spalle di piccoli campioni che sono prima di tutto ragazzi giovani, bisognosi di supporto e protezione, bisognosi di campane isolanti che gli consentano di crescere nella tranquillità e di affinare il loro talento fino a farne una vera e propria arma che colpisca le difese avversarie e non se stessi... 
Pietro Pellegri rappresenta tutto questo, parliamo di un talento raro di 16 anni, due in meno di Donnarumma, tre in meno di Cutrone, quattro in meno di Rashford, ma Pellegri è prima di tutto un ragazzo di 16 anni che ha bisogno di essere difeso dall'oro accecante dei potenti del football, in uno scenario costruito su social e relativi hashtag pronti ad issarti fino alla cima della torre per poi farti precipitare senza che nessuno ti tenda una mano per ridarti una seconda chance.

Giuseppe Riso, attuale procuratore di Pietro Pellegri, ha finora posseduto una vera e propria attitudine nel costruire un futuro ben strutturato ai suoi giovani campioni, senza lanciarli allo sbando e/o metterli al centro di diatribe contrattuali con i loro club, tra i suoi assistiti emergono i nomi di Caldara, Gagliardini, Jankto, Gollini, Petagna, Cristante, proprio quest'ultimo è stato riportato in Italia e rimesso nella condizione di esprimere il suo talento ammirato nelle iniziali battute da aggregato alla prima squadra del Milan prima di essere ceduto al Benfica dove ha rischiato di bruciarsi. 

La speranza è che anche per Pellegri venga riservato un trattamento prudenziale e assolutamente professionale badando prima agli interessi sportivi ed emotivi del ragazzo e, solo dopo, al volume di affari che può generare un suo trasferimento. In un periodo di forte mutazione del calcio che vede l'avvento della Var, delle clausole rescissorie, del Mondiale che sarà giocato in inverno in Qatar, degli stadi ultra moderni ecc tutti vorremmo vedere anche una mutazione dell'etica e della deontologia che dovrebbe sempre essere alla base di coloro che fatturano su ogni branca di questo meraviglioso sport.


LM