A livello internazionale, troviamo tanti registi, tanti giocatori che possono diventare il perno del centrocampo di un club in fase di ricostruzione come il Milan: calciatori giovani con già una buona esperienza e di grande talento, basti pensare all'ormai ex Roma Leandro Paredes, o a Julian Weigl del Borussia Dortmund.
A questi si possono associare poi grandi nomi, calciatori già affermati come Matic o N'zonzi, o gli inarrivabili Fabregas e Modric, passando per nomi meno altisonanti ma di sicuro rendimento come Badelj.
Allora perché, dopo aver chiuso 7 colpi in brevissimo tempo, la società rossonera sta cercando, aspettando e provando in tutti i modi a portare a Milanello Lucas Biglia, che non è più giovanissimo e che ha dimostrato di non essere il top fisicamente, avendo volentieri qualche acciacco?
La risposta è facile e va trovata all'interno dell'attuale rosa Rossonera che vanta un regista di centrocampo di grande prospettiva, che da protagonista ha già vinto una Supercoppa italiana contro l'imbattibile Juventus e che non è indicato in uscita.

Ecco, oltre alla grande qualità generale del centrocampista argentino, che ovviamente ha un valore indiscutibile, il Milan non ha puntato su un gioiello di caratura internazionale perché il suo gioiellino ce l'ha già in casa: Manuel Locatelli.
Biglia e Locatelli sono molto simili come giocatori: entrambi bravi in fase difensiva e di interdizione, entrambi con ottimi piedi e ottima tecnica di base, oltre ad una grande tenacia e carica agonistica. Molto simili quindi e con tanti anni di esperienza a dividerli: è questo il motivo per cui è Biglia il prescelto; è lui che può essere la chioccia che può far fare il salto di qualità al giovane rossonero, dando consigli ed esempi all'italiano. Lucas quest'anno sarà il titolare e toglierà un po' di responsabilità e di pressioni al giovane Manuel, ma, grazie all'età non più giovanissima, tra 2 stagioni si vedrà il passaggio del testimone, con la crescita (si spera) avvenuta in maniera esponenziale di Locatelli che potrà acquisire quel livello di personalità, che gli permetterà di effettuare quelle giocate che possono fare la differenza, con maggiore continuità; continuità che è mancata, ovviamente data l'età, fino a questo momento, ma che con un mentore come Lucas Biglia, di sicuro potrà acquisire con più facilità.
E d'altro canto Biglia, nei prossimi anni, a 33-34 anni d'età di sicuro accetterà con più tranquillità un ruolo da comprimario, cosa che un giocatore più giovane e talentuoso, non potrebbe fare.
Ecco perchè l'età conta, ma, questa volta, non come la si valuta di solito. Sono proprio i suoi 32 anni ad essere la ciliegina sulla torta: un giocatore di esperienza e di sicuro rendimento per il presente, che farà crescere in maniera esponenziale un giovane, per un grande futuro.