Diego Armando Maradona, (detto El Pide de Oro) nato a Lanùs in Argentina il 30 Ottobre 1960, è considerato da molti il più grande calciatore di tutti i tempi. Numero 10 stampato sulla pelle, Diego, nonostante la sua altezza, è riuscito ad imporsi in un calcio fisico fatto di contrasti al limite del regolamento. 

In questo articolo vorrei rivisitare la carriera del 'Diez' e dare la mia opinione personale facendo storcere il naso a molti. 

A mio parere Maradona è stato uno dei migliori giocatori della storia, ma non il migliore. Una motivazione a tale affermazione è che non si può dire né dimostrare chi sia il più forte di tutti i tempi, in quanto giocatori diversi hanno segnato epoche diverse a loro modo. Inoltre, ogni giocatore ha un palmares diverso dall’altro, ma neanche i numeri e le statistiche di assist e gol potrebbero risolvere tale problema.
Il mio obiettivo è però quello di far capire alla gente, sempre secondo la mia opinione, che Maradona non ha vinto quello che ha vinto da solo.

Parlando di club iniziamo col dire che il primo campionato l’ha vinto con il Boca Juniors, una delle squadre più forti del Sud America e anche del mondo per trofei internazionali vinti. Dopo aver segnato la bellezza di 28 gol in 40 partite si trasferisce a Barcellona. Qui a Barcellona in 2 stagioni vince una Copa del Rey, una Copa de Liga ed una Supercopa de España. Quest’ultima la vince senza giocarla. Totalizza 22 gol in 36 partite di Liga, 4 gol in 9 partite di Coppe Nazionali, 8 gol in 7 partite di Coppe Continentali e 4 gol in 6 partite di altre coppe.

Finalmente arriviamo all’annata 1984-1985 con l’acquisto da parte del Napoli del Pibe de Oro. Qui Maradona diventa leggenda. Il primo anno ottiene un ottavo posto, nel 1985-1986 un terzo posto e finalmente nella stagione 1986-1987 arrivano le prime soddisfazioni con un Campionato Italiano ed una Coppa Italia. Nella Serie A Maradona risulterà il miglior marcatore del Napoli con soli 10 gol.

In squadra poteva vantare compagni del calibro di Bruscolotti (a detta di Ferlaino uno dei primi 5 marcatori di Italia), Giordano (attaccante che vanta anche 13 presenze in nazionale italiana), Garella (il portiere più forte senza mani a detta di Agnelli), Ciro Ferrara (senza bisogno di presentazioni, 49 presenze con l’Italia), Bagni (41 presenza con l’Italia), Ferrario (difensore decisivo nella partita con la Juve vinta per 3-1), Volpecina (terzino autore del 3-1 alla Juve), Carnevale (attaccante con 10 presenze in nazionale e autore del gol scudetto), De Napoli (54 presenze con l’Italia) e tanti altri. Questo per far capire che Maradona quel campionato non l’ha vinto da solo.

Per quanto riguarda la Coppa Italia, oltre a aver avuto una grande mano da Bruno Giordano autore di 10 gol nella manifestazione, il Napoli affrontò squadre alla portata. Il primo turno la vide protagonista nel girone con Lazio (16° in Serie B), Cesena (3° in Serie B), Vicenza (18° in Serie B), Taranto (15° in Serie B) e Spal (In serie C1). Al secondo turno affrontò, in ordine, Brescia (14° in Serie A), Bologna (10° in Serie B), Cagliari (20° in Serie B) e infine, l’Atalanta (16° in Serie A).

Nella stagione 1987-1988 il Napoli non vinse nulla ed arrivò secondo in campionato come nella stagione successiva dove però vinse la Coppa Uefa. Ancora una volta Maradona non vinse da solo e venne aiutato molto dal capocannoniere del torneo, un “certo“ Careca (considerato uno degli attaccanti più forti tra gli anni ’80 e ’90) autore di ben 7 gol, senza dimenticarci di un altro acquisto quale Alemao.

Il penultimo anno di Maradona il Napoli conquista il suo secondo scudetto, con Diego autore di ben 16 gol, capocannoniere della sua squadra, accompagnato da 2 difensori quali Corradini (nel pieno della maturità calcistica) e Francini ( 8 presenza nella nazionale maggiore), 3 centrocampisti quali Crippa (17 presenza con l’Italia), Fusi (vincitore più tardi di un campionato con la Juventus) e Mauro (centrocampista con un’esperienza di 102 partite in 4 anni di Juventus), ed infine, l’altra punta di diamante, un certo Zola (attaccante confermatosi uno dei migliori talenti italiani della storia). Il palmares col Napoli di Maradona si conclude con un 8 posto nella stagione ’90-’91 e una Supercoppa italiana vinta contro la Juventus a San Paolo per 5-1 con doppietta di Careca e Silenzi e gol di Crippa.
Nel Napoli Maradona giocherà complessivamente 188 partite di campionato condite da 81 gol, 45 partite di coppe nazionali con 29 gol, 25 partite e 5 gol nelle coppe continentali e 1 partita con 0 gol in altre coppe.
L’anno dopo “scappa” a Siviglia dove tra coppe nazionali e Liga giocherà 29 partite e segnerà 8 gol. 
Il resto della carriera non è lecito menzionarlo visti i problemi di droga e sospensioni varie ricevute dalla Fifa.

Tutto quello che ha vinto Maradona a livello di club, come si è visto precedentemente, non è assolutamente tutto merito suo, anzi... Ovviamente avere un giocatore come lui in squadra e in campo cambia la mentalità dei propri compagni e le giocate di classe che possono cambiare la partita sono soprattutto merito suo, ma da soli nel calcio non si va da nessuna parte, anche perché contro quel Napoli c’erano corazzate quali il Milan di Liedholm prima e Arrigo Sacchi poi, la Juventus di Scirea prima e Zoff poi, l’Inter di Trapattoni e tante altre squadre con tanti campioni.
Insomma, il Napoli senza Maradona forse non avrebbe vinto 2 Scudetti, ma senza la squadra di quel tempo Maradona non avrebbe vinto 2 Scudetti. Si era semplicemente formato un connubio perfetto.

Il colmo, però, a mio parere, si raggiunge quando si afferma che l’Argentina era una squadra mediocre e che Maradona ha vinto un Mondiale, quello del 1986, da solo.
Qui ritorniamo sullo stesso punto... da solo contro certe corazzate c’è poco da fare, non si vince.
In totale Maradona gioca 91 partite e segna 34 gol con la propria nazionale maggiore. L’Argentina nel 1978 vince il suo primo mondiale e Maradona non viene convocato perché troppo giovane. Il suo primo mondiale lo gioca nel 1982 perdendolo.
Nel 1986 lo vince, risultandone il miglior giocatore con 5 gol, ma accompagnato sempre da grandi compagni. In attacco era supportato da Valdano (attaccante del Real Madrid autore di 4 gol nel mondiale), un fuoriclasse come Borghi (definito da Platini come il Picasso del calcio), giocatori vincenti di Copa Libertadores e Coppa Intercontinentale come Clausen, Hector Enrique, Giusti, Pumpido, Ruggeri, giocatori del Boca Juniors (che, come detto in precedenza, risulta essere una delle squadre più forti di tutti i tempi) come Tapia, Trabbiani, Olarticoechea, Ciuciuffo, Brown.
In quella rassegna segnarono anche 2 gol Burruchega e 1 gol a testa Brown, Pasculli e Ruggeri.
Nei gironi l’Argentina riuscì ad avere la meglio sulla Corea del Sud per 3-1 con gol di Ruggeri e doppietta di Valdano, a pareggiare con l’Italia 1-1 con gol di Maradona su assist del solito Valdano, ed infine a battere la Bulgaria per 2-0 con gol ancora di Valdano e Burruchega. Negli ottavi di finale ebbe la meglio sull’Uruguay con il minimo sforzo con gol di Pasculli.
Nei quarti di finale avvennero le due giocate rimaste nella storia. Argentina- Inghilterra, Maradona prende palla da centrocampo, si scarta mezza squadra e mette a segno uno dei gol più belli della storia. Su questo gol nulla da dire, anche se rivedendolo i giocatori vengono saltati come birilli e per il 90% è merito del Pibe de Oro, ma un 10% di colpe ce l’hanno anche gli inglesi.
Nella seconda giocata Maradona segna il gol della vittoria (la partita finisce 2-1) con la mano in un modo clamorosamente non visto dall’arbitro. Questo gol viene rinominato la Mano de Dios, ma a me verrebbe da chiamarlo di più il furto del secolo.
Ecco, Diego si dimostra un grandissimo giocatore, ma nel non dire nulla, si dimostra non essere un campione, un fuoriclasse. Perché il vero campione sa che quella partita la può vincere quando vuole, sa che la palla prima o poi entra e se non entra e ci arriva solo imbrogliando, allora sa di non essere all’altezza della situazione.
Ovviamente la semifinale è un gioco da ragazzi per Maradona, che è in uno stato mentale incredibile e segna una doppietta (un gol su assist di Enrique) che vale la finale contro la temibilissima Germania.
In finale Maradona non lascia il segno con il gol perchè l’Argentina passa in vantaggio per 2-0 grazie alle reti di Brown e di Valdano, su assist di Enrique. Viene raggiunta sul 2-2 e, questa volta grazie anche a Maradona, segna il 3-2 della vittoria con Burruchega su assist di Diego.

Ripeto, l’Argentina senza Maradona rischiava di non vincere il mondiale, ma Maradona senza quest’Argentina non passava neanche i gironi da solo.

L’ultimo mondiale importante per Maradona è quello di Italia ’90, il famoso mondiale della semifinale tra Italia e Argentina al San Paolo di Napoli dove una gran parte dei tifosi tifa per l’idolo del Napoli e non per la propria nazione. Ovviamente Maradona arriva in finale, questa volta aiutato da gente come Bauza, Caniggia e Goycochea, ma perderà contro la Germania per 1-0. In questo mondiale Diego non metterà a segno neanche un gol.

Concludiamo questa storia parlando solo di Maradona come giocatore, e ripetendo che è stato uno dei talenti più forti di tutti i tempi, ma non paragonabile (in quanto impossibile trovare un metro di paragone) a calciatori di anni passati, presenti o futuri, e diverso dai tanti campioni dei suoi anni. 

Il calcio è un gioco di squadra, dove non riesce a vincere il giocatore singolo, ma semplicemente può cambiare l’inerzia di qualche partita grazie alla sua classe. Un campionato nazionale, una coppa nazionale, una coppa continentale, un campionato del mondo non si vincono e non si possono vincere da soli.

Ecco perché considero Maradona uno dei più grandi di sempre, ma non il più grande e soprattutto non l’unico artefice delle vittorie delle proprie squadre.

Non sono uno scrittore né scrivo per hobby, quindi mi scuso per qualche errore di troppo.


E.C.