Il "calcio più bello d'Europa" siamo abituati a leggere su tutti i giornali quest'anno, che, visto anche l'incredibile inizio stagione dei partenopei, non sembra neanche tanto un'eresia. Sarri è riuscito ad esaltare le caratteristiche dei suoi giocatori, ed ha conferito un'identità ben definita alla sua squadra ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I giocatori soprattutto i tre là davanti si conoscono a memoria, si troverebbero anche se giocassero con le luci del San Paolo spente. Tagli, verticalizzazioni, triangolazioni, sovrapposizioni, il tutto con una semplicità ed una leggerezza quasi imbarazzante. Finendo così il discorso il Napoli adesso sarebbe primo in Serie A per distacco e agli ottavi di Champions League senza aver faticato. Invece non è esattamente così, perchè ci sono anche altri fattori da considerare, che limitano la squadra di De Laurentis e non le permettono di spiccare definitivamente il volo. E' soprattutto una questione mentale, non si è raggiunta la maturità adatta della grande squadra affamata di vittorie, che non teme nessuno e soprattutto che non cerca alibi nè prima della partita nè tantomeno dopo. Insomma, quello che Andrea Agnelli chiama "il DNA vincente". Sarri ha fatto un lavoro straordinario a livello tecnico-tattico, la sua mano si vede e come, il suo lavorare molto in allenamento con la palla e senza ripetendo schemi e movimenti allo sfinimento ha portato a far giocare il Napoli come gioca adesso, in maniera spettacolare a tratti. Ma allo stesso tempo il tecnico presenta alcuni limiti, che arrivato a questa età difficilmente credo riuscirà a superare. Innanzitutto non vuole saperne di mercato, non se ne interessa minimamente, quando invece un tecnico dovrebbe interagire quotidianamente con il Ds. ed il presidente per quanto attiene possibili profili che possano fare parte del suo progetto di gioco. Poi se il presidente non vuole spendere o se il giocatore vuole andare altrove, questa è un'altra storia. Il frutto di tutto ciò è che adesso Sarri si ritrova con tanti giocatori acquistati per volere di De Laurentis, che fanno il 95% di partite stagionali in panchina. Ovviamente se ci sono infortuni, o semplicemente giocatori stanchi, il gioco ed i risultati ne risentono. Altro limite importante, cercare sempre alibi. Certo non ai livelli del buon vecchio Mazzarri (vedi la pioggia, il manto erboso, ecc.), ma sembra stia raggiungendo un buon livello, a partire dalla famosa e ridondante polemica sul fatturato. Terzo punto, fondamentale per chi ambisce ad essere un vincente, non vuole essere ambizioso. Posso capire che possa essere una tattica psicologica non voler scoprire gli obiettivi, ma sinceramente tutti ci aspettavamo un passaggio del turno del Napoli nel girone di Champions, invece lui non è deluso e si scaglia brutalmente contro i giornalisti che glielo fanno notare. Per questi principali motivi, il Napoli che sembrava aver trovato una certa convinzione delle proprie potenzialità in questo inizio di campionato, vincendo anche partite non giocate benissimo, arriverà alla fine della stagione ancora una volta a mani vuote. Ed è un peccato, perchè potrebbero fare grandi cose se solo avessero più fiducia nei loro mezzi.