Berlusconi non può esonerare Galliani perché è come se esonerasse se stesso. La preferenza di allenatori aziendalisti, l'assenza di un direttore sportivo sono tutti sintomi della gestione della società da parte di Berlusconi: non si accontenta del piano aziendale vuole mantenere il potere di sindacare su ogni livello, compreso quello sportivo (e tecnico). In questo senso Galliani ha sempre avvallato le scelte strategiche del patron, accettando di sposare anche una linea surreale secondo cui il Milan ha la vittoria nel dna e deve ambire al vertice a prescindere dallo spessore dei giocatori scesi in campo ed a prescindere dal progetto tecnico. Quest'ultimo in particolare dovrebbe essere concepito dal D.s. e dall'allenatore, in base al budget e alle linee guida della proprietà. Nel Milan, invece, la proprietà, non solo si interessa, ma vuole decidere tutto ed entrare nel merito di ogni scelta. Quando il protagonista del mercato, il frontmen nel pre e post partita è l'A.d. significa che la proprietà non ha fiducia nella direzione sportiva. O ancora peggio, come a mio avviso avviene nel Milan, non ha alcun interesse a costituirla. Così quando il progetto tecnico fallisce rivelando la sua inconsistenza anche se la responsabilità è della proprietà e non del suo tecnico è quest'ultimo a pagare dazio. Berlusconi dovrebbe nominare un Direttore sportivo, ma i nomi di spessore come Walter Sabatini vogliono la fiducia e la libertà di scelta sul piano sportivo. Sebbene sia una necessità prima che un'esigenza del D.s., è chiaro che sia del tutto incompatibile con l'approccio preferito da Berlusconi. Non credo che Moratti si sia mai permesso di chiamare Mourinho o Mancini chiedendo loro di inserire o rimuovere dalla formazione titolare un particolare giocatore. Men che meno lo farebbe Thohir. Berlusconi invece è un uomo di potere che dimostra di essere peggiorato col tempo interessandosi di quanto è ancora sotto il suo controllo e gli garantisce visibilità: il calcio. In alcune sue dichiarazioni relative al futuro del rapporto tra lui ed il Milan ha affermato di volersene andare da vincente riportando la squadra nell'Europa che conta. A questa prospettiva io non credo. Prima di tutto non credo che lo spirito, le persone ed i mezzi del Milan attuale consentano di ritornare alla vittoria (contro la Juve in Coppa Italia sarà, con ogni probabilità, una Caporetto) In secondo luogo Berlusconi è visceralmente sedotto dal successo. Se anche dovesse nuovamente ottenerlo vorrà ripetersi e quindi non cederà la quota di controllo. Di tali scelte a farne le spese sarà la squadra e la tifoseria, non certo Mihajlovic il quale continuerà a percepire il suo stipendio. Inoltre, pur non essendo un fuori classe della sua categoria ha dimostrato ampiamente le sue qualità e di certo non avrà difficoltà a trovare una nuova squadra da allenare.