La notizia è di ieri: la Juventus ha assegnato la maglia numero 10 all'argentino Paulo Dybala. Forse l'ha fatto più per trattenerlo a Torino e incentivarlo a desistere dalle avances di dei top club europei che per altri motivi, ma questa è un'altra storia. La decisione del club bianconero può essere elogiata o critica a discrezione del tifoso. In questa categoria riesco a scorgere due possibili raggruppamenti: il primo, di supporter bianconeri nati nel '900, e il secondo, composto dai nuovi supporter, quelli più giovani, nati nel nuovo millennio. Io rientro nel primo gruppo: sono nato nel 1993. Sarò antico, legato al passato, forse anche un "romantico", ma a distanza di cinque anni continuo a vedere sempre, inesoribalmente, lo stesso nome associato a quella fantastica maglia numero 10: Del Piero.

Del Piero è stato per tutti i ragazzi della mia generazione un esempio da seguire, un idolo, un campione da imitare quando si giocava a calcio in strada: porte erette in due minuti con qualche masso o quel che c'era e via. Ma il capitano non era solo questo. La sua grandezza non era solo in campo con la palla al piede. Forse il passo decisivo per diventare un campione a tutti gli effetti consiste nell'essere grande anche fuori dal campo, e in questo Alex ha sempre eccelso. Parliamo di un campione, rispettato da tutti, perfino dai tifosi delle nostre acerrime rivali milanesi. Mai una parola fuori posto, mai un battibbecco davanti le telecamere, mai una polemica con allenatori ed altre squadre. Amore per la maglia bianconera, sempre, incondizionato, senza mai avere il minimo dubbio di lasciare Torino per guadagnare di più, fino al punto di firmare contratti in bianco pur di rimanere nella sua amata Juventus. Ed in campo poi, con la palla, faceva quello che faceva...

Tra i tantissimi ricordi che ho del capitano, sono due quelli che al solo pensiero mi danno i brividi. Il primo, datato novembre 2008. Real Madrid-Juventus, gara di Champions League, fase a gironi. Una squadra rimaneggiata, col potenziale cinque volte almeno inferiore alla Juventus attuale. Alex si carica la Juventus sulle spalle, doppietta terrificante al "Bernabeu": Casillas ha ancora gli incubi. Secondo ricordo indelebile: la data del ritiro di Del Piero dalla Juventus, nel 2012. Guardavo la partita in tv da casa. Alex esce dal campo. Piangono tutti allo Juventus Stadium, e non solo. Qualche lacrima la lascio andare anch'io. Mentre scrivo provo gli stessi brividi provati all'ora. Da li in pensiero, ci mancherai capitano. E ci manca ancora...

Negli scorsi anni la maglia numero 10 è stata catapultata prima sulle spalle di Carlos Tevez, grande giocatore, che ha lasciato la società bianconera solo per fare ritorno a casa nella sua Argentina (da cui è poi emigrato perchè non lo pagavano, ed è andato a far milioni su milioni in Cina). Dopo Tevez è stata la volta di Paul Pogba, altro grande talento: un colpo da fuoriclasse da parte di Marotta, riuscito ad accaparrarselo a costo zero. Anche a lui fu concessa la 10, su espressa richiesta del giocatore. Forse la speranza della dirigenza era quella di far sentire importante il ragazzo e spingerlo a restare a Torino per molti anni. Come non detto: offerta faraonica e Pogba a Manchester alla corte di Mourinho. 

La sensazione è che la numero 10 venga "usata" con troppa leggerezza, senza badare al suo vero valore. Il mese scorso leggevo che per convincere Bernardeschi a venire a Torino,gli fosse stata promessa la maglia rimasta senza padrone lo scorso anno. All'idea rabbrividivo. Felice che non sia stata messa sulle spalle di Bernardeschi (grande ragazzo, umile e talentuoso, che deve però dimostrare molto ancora), meno felice che sia stata concessa ora a Dybala. Il presentimento generale è che Paulo lascerà Torino alla volta della Spagna (destinazione Madrid o Barcellona) il prossimo anno, o magari quello successivo. Anche stavolta la mitica 10 sarebbe stata concessa con troppa leggerezza. Sperando di sbagliarmi, per me quella maglia numero 10 avrà sempre e solo un unico padrone: Alessandro Del Piero.