Amala! 
Cosi recita l'inno dell'Inter. In questo momento, pensando ai nerazzurri e all'evolversi delle trattative di mercato, mi viene però più facilmente in mente un'altra famosa canzone della tradizione italiana: "Che confusione, sarà perchè ti amo".
Sì confusione. Perché questa è la spiacevole sensazione che deriva dalla miriade di voci riguardanti giocatori che vengono avvicinati in questi giorni ai colori nerazzurri. E sensazione di confusione anche perché siamo ormai alla campanella dell'ultimo giro e le voci incontrollate continuano ad essere clamorosamente troppo numerose.
Pastore sì, no, forse. Ma solo in prestito.
Oneroso ma non troppo.
Ma allora abbiamo bisogno di soldi... E allora vendiamo. Ma chi? Nagatomo: tanto non gioca. E l'indolente e discontinuo  Brozovic per la gioia del pubblico interista. Però allora manca gente a centrocampo. E allora via col casting: Lobotka? Fabian Ruiz? Donsah? Addirittura M'Bia? Un giovane della primavera? Insisto.
Siamo all'ultimo giorno di mercato e mi rifiuto di pensare che una squadra che si picca di essere ancora considerata grande e che si avvale di due professionisti di alto livello come Sabatini e Ausilio si trovi a dover raccattare sul mercato gli esuberi delle altre squadre come una provinciale qualsiasi.
Purtroppo il male principale deriva dalla gestione oltremodo parsimoniosa della proprietà cinese che rifiuta l'obbligo di riscatto su Pastore o rinuncia a prestare dall'atra squadra di sua proprietà il centrocampista Ramires.
A questo punto mi risulta sempre più difficile comprendere le motivazioni che hanno spinto una così importante azienda cinese ad acquistare una squadra di calcio europea. La proprietà  tra sponsorizzazioni e prestiti ha  comunque immesso importanti quote di liquidità nelle casse societarie; ed è proprio questo che mi lascia perplesso.
Perché la mancanza di investimenti in questa fase rischia di compromettere e vanificare quanto fatto finora per la messa in sicurezza del bilancio. E privilegiare la squadra cinese è miope dal punto di vista imprenditoriale perché i successi in patria non potranno mai dare la visibilità e il ritorno di immagine che potrebbe conferire al gruppo Suning il ritorno alla vittoria in Italia e in Europa di una squadra storica e conosciuta come l'Inter.

Queste sono le sensazioni a 22 ore dalla conclusione della finestra invernale del calciomercato.
Magari domani a quest'ora staremo commentando Pastore e un fortissimo centrocampista che nessuno avrebbe mai immaginato e il cielo sembrerà un po' più azzurro e un po' meno nero e canteremo le gesta di una perfetta squadra dirigenziale che avrà raggiunto tutti gli obiettivi prefissati attraverso il raggiungimento del mantra dell'autofinanziamento.
Per fortuna è finito anche questo mercato e dal 1/2  tornerà a parlare il giudice supremo dello sport più bello del modo: il campo.