Il calcio è la vetrina del Paese, si è sempre detto, almeno in Italia, visto che è lo sport più praticato, più amato e forse anche odiato. Calcio che continua a produrre emozioni incredibili, dal rumore dei tacchetti sul manto erboso, al suono quasi divino dell'impatto del piede con il pallone, alle divise come senso e segno di appartenenza ad un gruppo, ad una storia, al sudore, alle urla, alla fatica, al fango che sporca il corpo, tanti elementi che ancora oggi rendono sconosciuto il perchè di tale attrazione per questo sport. Siamo sempre stati attirati dalla palla, si dice. Anche se come è noto a certi livelli si è andati oltre lo sport, è diventato un lavoro, una professione, sfuggita forse alle maglie di ogni questione etica e morale. Calcio vetrina dell'Italia e l'Italia in questo momento è in evidente sofferenza, e non è un caso che non partecipiamo dopo 60 anni ai Mondiali. In crisi come allora, aspettando il boom economico che forse non ci sarà. Italia Paese delle mafie, e nel calcio ci sono le mafie, Italia Paese dove dilagano razzismi e neofascismi, e nel calcio ci sono tanti casi di razzismo e violenza e vigliaccheria neofascista. Italia Paese corrotto, e nel calcio la corruzione c'è. Anche se poi bisognerebbe interrogarsi sul senso di corruzione. Esistono vari concetti, varie definizioni che nella sostanza comporta  uno  scambio di favori, sotto forma di baratto o di scambio sociale, ledendo regole, precetti, e questioni anche morali se non etiche. Non è dunque solamente un fatto penale o legale, ma anche morale. Il nostro calcio ha già conosciuto Calciopoli, le vicende di calcio-scommesse, partite vendute ecc.  E' un fenomeno umano che vi è sempre stato ma non per questo va accettato.

La trasmissione televisiva "Non è l'Arena" ieri ha dedicato parte del suo programma al caso di vent'anni or sono sulla partita Bari-Castel di Sangro giocata il 15 giugno 1997. Si parlava del miracolo del Castel di Sangro, in quel tempo, e in base a quanto emerso nella trasmissione praticamente la partita sarebbe stata venduta a favore del Bari, che aveva necessità come il pane di vincere per salire in Serie A. Una storia pesante. Dopo vent'anni si accende un faro su una vicenda vecchia ma per quanto vecchia totalmente attuale. La corruzione nel calcio è la fine del calcio. Forse per rassegnazione, o perchè si vuol credere che tutto sia "regolare", si continua a seguire questo sport. La passione è una droga non accecante ma che consente di superare tutto. D'altronde si "corrompe" anche nel calcio virtuale, sfruttando errori di programmazione o trucchetti: lo spirito umano è sempre stato portato a corrompere, corrompere per vincere. Effetti collaterali di una società che non ha saputo valorizzare la sconfitta, che l'ha sempre demonizzata, e di un calcio che si è piegato al danaro. Senza interrogarsi sulla questione morale non se ne uscirà più, e questa volta dalla questione corruzione, alla questione esclusione dai Mondiali di calcio, alla questione che continuiamo a raccontarci quanto siamo belli mentre il Titanic del calcio italiano affonda, verremo tutti trascinati a fondo.